Editoriali
Gattuso, ti vorrei come miglior amico ma l’onestà spesso non paga: l’esperienza insegnerà
Gattuso esempio di onestà e sincerità intellettuale che però spesso gli causano qualche problema come nelle scorse settimane
Gattuso tecnico del Milan anche il prossimo anno? Se dovessimo rispondere umanamente a questa domanda, non potremmo fare altro che chiedere un contratto a vita per un ragazzo diventato uomo prima da calciatore ed ora nel difficile percorso alla guida di una squadra, diversa dal punto di vista disciplinare, rispetto anche solo a 10 anni fa. Durante questa stagione, i lati del carattere di Gattuso sono emersi in tutta la loro trasparenza, consegnando a stampa e tifosi una grandezza d’animo ed una sincerità d’altri tempi che in qualche modo ci hanno fatto sognare e sperare che le persone a noi accanto fossero così, senza segreti, senza tentennamenti e senza secondi fini. Gattuso è questo e lo ha dimostrato a sue spese: una purezza d’animo che però cozza con quello purtroppo è il mondo professionale e mediatico.
UN BOOMERANG PERICOLOSO- Per tutto questo, il tecnico rossonero rischia di pagare un prezzo altissimo, la sincerità che spesso ha manifestato in alcune situazioni limite ha fatto si che il clamore mediatico si alimentasse intorno alle sue incertezze presenti e future. Se alla domanda sulla possibilità quarto posto rispondi che non ne sei sicuro o se prima della gara con il Torino, manifesti in conferenza stampa tutta la delusione per il calo mentale subito dalla squadra negli ultimi tempi (con sconfitta 2-0 il giorno dopo), allora viene meno quella scaltrezza dettata dall’esperienza di saper far scudo nei confronti del proprio spogliatoio, quasi a negare l’evidenza ma a fin di bene. Molti tecnici dopo una sconfitta per “4-0” danno la colpa all’arbitro o alla sfortuna, lui no, sempre e solo l’unico responsabile di tutto, un gigante dal punto di vista umano ma “ingenuo” da quello mediatico.
CONTRACCOLPO PSICOLOGICO- Arriva poi il momento di rendersi conto che forse c’è qualcosa che non va, se te lo fanno notare, ancora meglio e allora dopo la gara con il Toro (e la triste conferenza stampa) arriva il ritiro e la scossa, con quel cambio di tono durante la conferenza pre Bologna, segno evidente che se si vuole si può cambiare, ritrovare il coraggio, anche di dire delle bugie a volte ma solo a fin di bene e a protezione del gruppo. Questo non mina la trasparenza e la purezza d’animo ma è un piccolo peccato doveroso che l’esperienza appunto insegna, come un obbligo dettato dalla necessità di sopravvivenza.
IL CASO BAKAYOKO- Bakayoko fuori con la Fiorentina, umanamente ci si sarebbe aspettato di vederlo accomodarsi in panchina ed invece il centrocampista francese è sceso regolarmente in campo, schierato da un Gattuso libero da pregiudizi in merito a quanto accaduto contro il Bologna. Una situazione gestita alla perfezione, di questo va dato atto al tecnico, il quale ancora una volta dimostra la sua onesta intellettuale e la sua intelligenza umana oltre che professionale nei momenti di crisi, come sopra riportato. In settimana, prima della partita, si pensava che fosse Josè Mauri a scendere in campo per la bella prestazione offerta contro il Bologna ed invece Gattuso ha sbalordito tutti mostrando un lato del suo carattere che in pochi riescono ad estrapolare in situazioni simili. La squadra prima di tutto, poi le questioni personali, qualora ce ne fossero.
LA RISPOSTA DELLA SQUADRA- Non possiamo sapere quanto tutto questo (mancanza di scudo) possa aver inciso sul blocco mentale subito dalla squadra durante la parte centrale della stagione, certo è che il calo mentale spiegato da Gattuso prima del Toro trova conferma nella scossa vista contro il Bologna, vuoi per il ritiro, vuoi per una consapevolezza maggiore da parte del gruppo dettata appunto dal morale del tecnico. Nelle ultime due gare, il Milan si è ripreso, quindi non poteva essere un problema atletico o di condizione.
CAMBIO DI PASSO OBBLIGATO- L’ottima gestione, ora dovrà andare di pari passo con la capacità di mettere in campo un assetto tattico adeguato e creare un gioco che possa comandare la gara dall’inizio alla fine, non solo nel primo tempo. La ripresa di Firenze è stata una sofferenza, in questo il Milan deve ancora crescere ma se parliamo di gestione allora possiamo tranquillamente dire che la società ha in panchina uno dei tecnici più intelligenti al mondo, di quelli che sanno vivere e sistemare le cose, guardando in faccia le persone e mettendo sempre il bene del gruppo avanti ad ogni cosa.