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Gazidis, un calcio al razzismo: «Vissuto sulla mia pelle, so cosa significa»
Gazidis in prima linea contro il razzismo, l’ad rossonero ha parlato commentando la posizione dei club di Serie A dopo gli ultimi episodi
Gazidis si schiera in prima linea nella battaglia contro il razzismo. L’amministratore delegato rossonero si racconta attraverso i microfoni del Corriere dello Sport.
UN PASSO IMPORTANTE- «La lettera firmata da tutti i club di Serie A è un primo passo importante, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. In Italia nell’ultimo anno (da quando sono al Milan) sono successi tanti, troppi episodi di razzismo nei confronti dei calciatori. Era giusto dare un segnale forte e la Lega Serie A l’ha fatto, io credo che quando si prende coscienza di un problema si è già sulla buona strada».
SULLA SUA PELLE- «Sono molto sensibile alla questione, anche perché il razzismo l’ho vissuto sulla mia pelle. Mio padre è stato tre anni in prigione: era un attivista e combatteva l’apartheid, è finito in prigione nello stesso periodo in cui c’era Nelson Mandela. Quando uscì la mia famiglia continuò a ricevere minacce e intimidazioni. Noi Gazidis siamo esuli, emigranti: quando ero piccolo ci siamo trasferiti nel Regno Unito proprio per sfuggire alle persecuzioni. So cosa significa il razzismo e oggi sono convinto che il calcio abbia gli strumenti per debellarlo».