HANNO DETTO
Gentile: «Questa Italia mi entusiasma, ha un gioco spettacolare»
Il campione del Mondo ’82 Claudio Gentile ha parlato dell’Italia di Roberto Mancini facendo dei parallelismi con la sua dell’epoca
Claudio Gentile, ex calciatore della Juventus e bandiera della Nazionale, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato dell’Italia di Roberto Mancini facendo dei parallelismi con la sua tra il ’78 e l’82, anno in cui gli Azzurri vinsero poi il Mondiale.
ITALIA ENTUSIASMANTE – «Mi sono davvero entusiasmato per questo gioco così bello, veloce, spettacolare. Anch’io sono curioso di vedere cosa succederà contro le fortissime che andremo ad affrontare, però so una cosa: più si gioca così, più si acquista fiducia, si cresce e si ottengono risultati. E questo mi fa pensare alla mia Nazionale del ‘78 in Argentina».
’78-’82 – «Già nel ‘78 meritavamo la finale. La sconfitta con Olanda, per quei due tiri da fuori, ci fa ancora male. Però in quei quattro anni siamo cresciuti: la consapevolezza dell’Argentina, le esperienze con i club, Bearzot che ha portato quelle novità decisive per confermarsi in Spagna e vincere. Abbiamo raccolto quel lavoro e vinto il Mondiale, anche se quella del ‘78 è forse stata la Nazionale più spettacolare. Siamo partiti alla grande nel ‘78 vincendone tre di fila, come Mancini adesso. Obiettivamente i nostri rivali erano più forti, non c’era una squadra modesta, ma oggi il livello medio è un po’ più basso. Poi nessuno credeva in noi, pensavano che saremmo usciti al primo turno, come d’altra parte nell’82… Mancini gode di più fiducia, ma condizionata alle sfide con le forti».
AZZURRI IN FINALE – «Se continua così, questa Nazionale arriva in finale. Deve mantenere lo spirito di gruppo e fare squadra come abbiamo fatto noi. Ci sono tutti i segnali».
SIMILITUDINI CON CHIELLINI – «Chiellini è un grande marcatore. Ero il terzino ma andavo avanti. Il cross a Rossi, nella finale ’82, l’ho fatto io. Mi allargavo, poi stringevo sull’attaccante».
TARDELLI-BARELLA – «Ci sta, grandi qualità, doti anche in fase di regia, fase difensiva e offensiva, inserimenti, gol».
BENETTI-JORGINHO – «Benetti stava davanti alla difesa ma, attenzione, era un po’ meno regista di Jorginho ma molto bravo a proporsi, a iniziare la manovra e inserirsi. Faceva anche gol importanti».
VERRATTI-ANTOGNONI – «Verratti è più bravo nella costruzione bassa, Antognoni era più offensivo e più rifinitore».
CAUSIO-INSIGNE – «Causio era straordinario: partiva sulla fascia ma tornava indietro per dare una mano alla difesa. Raddoppiava e incrociava al centro per costruire l’azione. Non ne ho più visti con la sua classe. Però il lavoro di Insigne è quello».