Giacinti: «Il Milan una famiglia, molta importanza al settore femminile»
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Giacinti: «Il Milan una famiglia, molta importanza al settore femminile»

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Giacinti, sulle pagine di Sportweek odierno una lunga intervista all’attaccante rossonera, capace di segnare 4 goal all’Inter nel Derby

Giacinti, sulle pagine di Sportweek odierno una lunga intervista all’attaccante rossonera, capace di segnare 4 goal all’Inter nel Derby. Le sue parole

EGUAGLIATO ALTAFINI- «Eh lo so, è stato carino José, mi ha mandato un vocale per farmi i complimenti e raccomandarmi di farne 4 anche alla Juve, come lui. Non sapevo nemmeno di questo record, non bado alle statistiche. Sapevo diaver raggiunto quota 50 gol col Milan, questo sì».

VIA LA MAGLIA- «Sinceramente non ci ho pensato, è stato un gesto liberatorio. Io sono così, mi lascio trasportare, forse un po’troppo. Ho preso un cartellino giallo e la mia compagna Veronica Boquete mi ha detto “vedi di non fare altre stupidate”. Allora mi sono calmata e ho pensato a non fermarmi».

ALTRI MESSAGGI- «Tante, mi sono arrivati complimenti da Bobo Vieri, che è il mio idolo. Ma ovviamente le congratulazioni più importanti sono
quelle delle mie compagne. I gol vengono sempre dalla squadra. E anche i ragazzi del Milan maschile ci sono molto vicini. Mi sento spesso con Rafael Leao,
Romagnoli, Kalulu, Calabria. Siamo una famiglia. Il club dà molta importanza al settore femminile, il nostro a.d. Gazidis, il direttore tecnico Maldini e il d.s.
Massara vengono alle partite. Franco Baresi ci segue spesso e Gazidis dice che da me vuole 20 gol a stagione. Una carica in più».

SULLA VEZZALI- «Un passaggio necessario, ma finché continueremo a pensare che sia qualcosa di straordinario vorrà dire che siamo ancora indietro. Avere  donne o uomini ai posti di comando: dovrebbe essere la normalità».

COME SI LOTTA CON LE CONVENZIONI- «Benissimo. Sa, io sono abituata a leggere i commenti sui social quando mettiamo le notizie sulle nostre partite. Non vedo più frasi tipo “andate a casa” o “andate a cucinare”. C’è vicinanza con noi, con quello che facciamo. Certo, i leoni da tastiera ci sono sempre, ma quelli mirano a distruggere le vite degli altri perché forse non hanno molto da fare. Meglio non occuparsene».

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