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Giampaolo, aumentano gli interrogativi in un idealismo contraddittorio

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Marco Giampaolo non riesce ancora a mettere i propri ideali al servizio di un macchinario funzionante. E adesso gli interrogativi aumentano

Il Milan è in un tanto clamoroso quanto colpevole ritardo. Il derby di ieri sera contro l’Inter, e la meritatissima sconfitta che ne è conseguita, non solo ha evidenziato il profondo divario che separa rossoneri e nerazzurri, ma ha anche messo in luce la completa inadeguatezza tattica di questo Diavolo. Siamo al 22 settembre e del gioco di Giampaolo ancora non c’è l’ombra.

Il gioco fluido, le verticalizzazioni, il vincere e convincere: niente di tutto ciò è stato lontanamente avvistato ancora in Romagnoli e compagni. La sensazione è quella che prevalga uno stato di elevatissima confusione, che investe ogni grado della struttura societaria. Il tecnico rossonero ha dimostrato più volte di avere le idee confuse e le sue stesse dichiarazioni lo testimoniano. Nelle scorse settimane il mantra è stato quello dei nuovi acquisti: nella visione di Giampaolo non esistono vecchi e nuovi, ma esiste la squadra e la capacità di ogni singolo giocatore di digerire gli schemi tattici imposti dal tecnico. In questo modo ha provato l’ex allenatore della Sampdoria a giustificare l’eccessiva prudenza, se così possiamo chiamarla, nello schierare i nuovi arrivati.

La partita di ieri ha però scoperto le carte: i migliori in campo infatti, oltre al solito Donnarumma, sono state proprio le novità Leao e Theo Hernandez. Mentre dal lato opposto abbiamo avuto le prestazioni deludenti dei vari Biglia, Suso e Piatek. Confusione e contraddizione: le idee tattiche di Giampaolo fanno fatica ad inserirsi nella coscienza dei giocatori, ma lo stesso tecnico sta facendo fatica a trovare una linea coerente su cui puntare. E la coerenza è una virtù che dovrà necessariamente acquisire.

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