Giocatori low cost dall'Empoli e giochetti finanziari: il mercato farsa di Elliott
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Editoriali

Giocatori low cost dall’Empoli e giochetti finanziari: il mercato farsa di Elliott

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Ad Elliott non interessa più di tanto il Milan. Gli acquisti sono stati fatti per motivi finanziari e non per rafforzare la rosa

Se si analizza bene il mercato estivo del Milan, si capirà che alla campagna mediatica portata avanti dalla famiglia Singer non corrisponde un relativo rinforzo sul lato sportivo. Elliott ha finanziato l’acquisto di Krunic e Bennacer, giocatori retrocessi con l’Empoli e con un costo molto basso (rispettivamente 8 e 16 milioni). Anziché rinnovare il contratto al collaudato Zapata (ahimè per sua sfortuna oltre i trent’anni), si è deciso di comprare il giovane Duarte con un ingaggio basso e potenziale sufficiente per una futura plusvalenza.

L’operazione forse più incredibile è quella che riguarda Rafael Leao. Il giochetto finanziario è riuscito alla grande. L’attaccante permette al Lille di effettuare una plusvalenza di quasi 30 milioni…e indovinate a chi vanno quei soldi? Ancora al fondo americano che vanta un cospicuo credito (con relativi interessi) proprio nei confronti del club francese e che allo stesso tempo, grazie a Mendes, riesce a rifilare al Lille lo sconosciuto Tiago Djalò a 5 milioni (da mettere subito a bilancio nel Milan). Insomma, è come se la famiglia Singer avesse pagato se stessa, purtroppo al di là delle valutazioni sportive riguardanti Milan e Lille.

Su Rebic stendiamo un velo pietoso. Arrivato all’ultimo momento in prestito e senza diritto di riscatto (aspetto che evidentemente non dà nemmeno stimoli al giocatore), il croato non era ciò che era stato richiesto dall’allenatore. Marco Giampaolo fu pure costretto a schierare André Silva titolare affinché l’operazione andasse in porto.

L’unico vero acquisto è stato Theo Hernandez. Non è un discorso a posteriori, ma un dato di fatto lampante. Quando si spende (e 20 milioni per un terzino sono una buona cifra) si comprano giocatori di qualità, quando si va al risparmio c’è il rischio di fallire. Probabilmente Paolo Maldini, da gran terzino sinistro, si è imposto almeno per quanto riguarda un rinforzo di valore in quel ruolo. Ne emerge nel complesso un totale disimpegno da parte della proprietà per quanto riguarda il lato “sportivo” del Milan, sacrificato da persone che di mestiere fanno i banchieri.

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