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2014

Giovanni Vio: il Milan ed il tabù dei calci piazzati

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La fine della scorsa stagione rossonera è stata caratterizzata da un’ondata di entusiasmo e novità. Un nuovo allenatore, un ritrovato equilibrio societario, una campagna acquisti più funzionale e soprattutto un rivoluzionato staff tecnico. Sono cambiati i preparatori atletici, l’allenatore dei portieri, sono diminuiti massaggiatori e sono stati aboliti alcuni ruoli. Ma di fondamentale importanza è stata l’aggiunta di collaboratori tecnici. Uno su tutti, Giovanni Vio, il cosiddetto “mago delle palle inattive”.

Giovanni Vio. Fece il suo esordio nel mondo del calcio al fianco di Zenga. Dopo aver letto un suo libro in cui sviluppava i calci da fermo (“Più 30 per cento”), infatti, l’ex portiere neroazzurro decise di farlo diventare un suo collaboratore: l’addetto ai calci piazzati. E i risultati si videro. Sia a Catania che a Palermo, Giovanni Vio, lasciò il segno. Tanto che l’allenatore dichiarò:” Averlo nel proprio staff è come avere un attaccante da venti gol a stagione in squadra”. Quando però Zenga tornò ad allenare all’estero, per motivi familiari, decise di rimanere in Italia e venne contattato dalla Fiorentina di Vincenzo Montella. Un biennio di luci e ombre. La prima stagione in viola fu lui l’arma in più. Delle 77 reti totali furono 15 quelle scaturite dai suoi schemi. Iniziò però in quel periodo ad essere conosciuto anche dai non addetti ai lavori e le difese incominciarono a tutelarsi. Infatti, nella stagione seguente, solo 5 reti portarono la sua firma. Nell’estate 2014, dopo la separazione con la Fiorentina, si aggregò allo staff di Inzaghi.

L’avventura rossonera. Tanto decantato ad inizio anno quanto poco produttivo fino a questo momento. Sin dalle amichevoli estive, i tifosi, hanno potuto notare differenti e vari schemi sui calci piazzati ma con pochi risultati. Il primo e unico goal, infatti, è arrivato contro la Fiorentina sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Dove sorgono quindi i problemi? Questi schemi non sono adattati a Milan? I calci da fermo non vengono calciati correttamente? O i giocatori sbagliano i movimenti? A queste domande probabilmente potrebbe rispondere solamente lui ma la motivazione potrebbe anche essere di portata differente. La fama. Tutte le squadre ormai conoscono Vio e ogniqualvolta il Milan si appresti a battere una punizione o un corner, le difese, oltre che essere particolarmente preparate a tutte le eventualità, porgono attenzione chirurgica a non commettere errori. E’ giunta l’ora che l’uomo dai 4830 schemi, trovi come risolvere questo problema. E i tifosi non vedono l’ora di ammirare le sue creazioni.

Sui giornali e sul web stanno sorgendo le prime critiche ma per l’ennesima volta non si può colpevolizzare nessuno. O meglio, se in futuro un acquisto del genere fosse pubblicizzato di meno, probabilmente, si potrebbe contare anche sulla distrazione dell’avversario e al posto che raccogliere consensi prima si collezionerebbero successi dopo.

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