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Giuliani si racconta: «Da Marozan al derby vi dico tutto»

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Laura Giuliani, portiere della Nazionale e del Milan Femminile si è raccontata a Dazn in vista del derby contro l’Inter

Laura Giuliani, portiere della Nazionale e del Milan Femminile si è raccontata a Dazn in vista del derby contro l’Inter:

PERCORSO – «Il mio percorso da portiere inizia a sette anni, quando giocavo nella squadra dell’oratorio. È stata una casualità: volevo giocare fuori ma non ero abbastanza forte e un giorno siccome mancava qualcuno tra i pali hanno messo me. Ero bravina, da quel momento mi hanno chiamata solo per quel ruolo e a me è iniziato a piacermi»

TAPPE PRINCIPALI – «Il primo passo è stato farmi accettare: dovevo fare il portiere per poter giocare con i compagni maschi. Da lì sono passata alla squadra femminile vicino a casa, l’SF82 di Bollate. Il sabato ero in campo con le Giovanissime, la domenica con la Primavera. Sono approdata in C sotto età e a un tratto mi sono trovata a scegliere tra Como2000 e Atalanta (ma Bergamo era troppo lontano). Il passo più importante è arrivato però nel 2012, con il trasferimento in Germania. Lì è avvenuta la mia crescita: tattica, atletica e personale»

BILANCIO AL MILAN – «Speravo che il periodo di adattamento sarebbe stato più breve, ma ora sono tranquilla e consapevole di aver trovato la giusta maturità calcistica, raggiunta soprattutto grazie al mio preparatore atletico (Christian Berretta, preparatore dei portieri del Milan, ndr) che mi ha sempre motivato e spinto nel modo giusto»

LE CALCIATRICI PIU’ FORTI AFFRONTATE – «Quella più recente Miedema (Vivianne Miedema, olandese classe ’96 attaccante dell’Arsenal e della Nazionale Oranje, ndr). Fortissima e ogni volta che ci gioco contro trova il modo per segnare. Un incubo. La seconda la pesco dal passato: Marozsán (Dzsenifer Maroszjan, centrocampista offensiva del Lione nata in Ungheria nel 1992 e naturalizzata tedesca dal 2010, ndr), che ritengo la più forte in assoluto. Mi fece gol direttamente da calcio d’angolo quando era al Francoforte. È una che se giochi alta mette la palla sopra, se giochi bassa ne mette una filtrante e non riesci a coprire. Una combinazione perfetta tra tecnica e intelligenza.»

DERBY – «Il Derby è la partita che sogni di giocare fin da piccola. Da buona milanese sono sempre stata ansiosa che arrivasse quel momento, ma già giocare a San Siro (con la Juventus, contro il Milan, nell’ottobre 2020, ndr) era stato particolarmente emozionante. Sulla gara che ci attende sabato siamo cariche e di sicuro c’è grande voglia di riscatto dopo la sconfitta dell’andata (4-0 lo scorso 15 ottobre, ndr).»

PARATA PIU’ BELLA – «La parata più bella da quando sono al Milan è arrivata proprio nel derby di ottobre su Ajara (Njoya, ndr). Uno contro uno, nel secondo tempo, lei ha calciato e io d’istinto ho parato»

FASE DIFENSIVA – «Nella prima parte di stagione ci è mancata un po’ di organizzazione e di attenzione sulle preventive. Facevamo fatica a riorganizzarci a palla persa e di conseguenza abbiamo preso troppe imbucate. Oggi, col lavoro quotidiano, ci siamo velocizzate nel trovare soluzioni rapide; e io mi sono alzata di qualche metro, per agevolare le mie compagne in difesa»

INTER – «L’Inter brilla in questo momento nella fase offensiva e Chawinga è la loro arma più importante: veloce, attacca la profondità, forte fisicamente e punta sempre l’uomo. È la giocatrice perfetta per coach Guarino (Laura Giuliani conta 86 presenze sotto la guida dell’attuale allenatrice nerazzurra tra il 2017 e il 2021, con la Juventus, ndr). Anche Polli sta facendo un ottimo campionato e nella manovra sa come creare spazi per i due esterni. Cito infine Ajara, ma lei la conoscevamo già dalla passata stagione»

ULTIME  PARTITE – «Noi abbiamo l’obbligo di pensare di vincere tutte le partite, di portare a casa più punti possibili. Per riuscirci dobbiamo essere perfette nella gestione mentale della gara, soprattutto nei minuti finali»

PARAGONE ITALIA ESTERO  – «Siamo cresciute a livello esponenziale ma ora siamo un po’ arenate. Le strutture vanno ampliate, gli stadi anche. Il nostro limite è questo. I tifosi vanno portati allo stadio, perché l’indotto economico non può derivare solo dagli sponsor, ma anche dal pubblico. In inghilterra ci vanno in 80 mila a vedere le partite di calcio femminile. Il nostro obbiettivo dev’essere questo»

EXTRA CAMPO – «Sono una mina vagante: mi piace disegnare, scrivere, cantare, viaggiare, cucinare. Amo stare a casa con i miei gatti, sentirli tutti e quattro addosso.Sono una persona attenta all’ambiente e alla sostenibilità, tanto che collaboro con una Onlus che si chiama Plastic Free. Quando riesco faccio anche la speaker per le aziende, trovando punti in comune tra il ruolo del portiere e quelli di impiegati o manager».

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