2015
Giustizia al sergente
Stanno finalmente venendo a galla le sentenze su alcune linee prese e portate avanti con decisione da Mihajlovic da diverso tempo a questa parte, riguardo ad alcuni “tagli” della rosa titolare (e pseudotitolare, diciamo così). Martedì sera in Coppa Italia si è avuta la dimostrazione più chiara che la strada imboccata dal serbo in campionato corrisponde a quella migliore. La conferma è arrivata osservando la squadra di seconde scelte schierata dal tecnico al fischio di apertura, con il solo Luiz Adriano – che poi ha spaccato la partita, prima che questa ritornasse in parità – a rappresentare il gruppo dei più rodati. Difficile trovare qualcuno che si sia veramente distinto, in positivo, s’intende. In difesa non ha convinto praticamente nessuno, da Calabria, il cui trend prestazionale si sta via via normalizzando, complice sicuramente un minutaggio non consono, a De Sciglio, sempre a braccetto con quest’insicurezza di fondo inestirpabile dal suo essere, per arrivare a Zapata. Ridicola la facilità con cui si fa saltare da Budimir sulla rete ospite. A salvarsi è stato invece il lottatore Mexes, che potrebbe tornare utile in campionato come alternativa ad Alex vicino a Romagnoli. Male il centrocampo, apparso per qualità non così distante dal reparto dirimpettaio dei pitagorici. Una “nota di demerito” particolare va rivolta a José Mauri, autore di un primo tempo trascorso all’ombra dalle vie principali dell’azione. Per assurdo, buona la dedizione di Nocerino in attacco e in copertura. Discorso simile per Poli, a cui non manca il cuore, ma il Milan dovrebbe vivamente sperare che il reparto dei titolari, Kucka, Bertolacci e Montolivo, fosse sempre in forma per evitare qualsiasi rischio. Arriviamo a Suso e Honda. Sull’ex Liverpool andrebbe rispolverata l’etichetta di inadatto alla Serie A, vista l’indiscutibile tecnica, unità però ad una lentezza disarmante nell’esecuzione. Il nipponico invece ha già sottoscritto la sua condanna, e ieri, a scanso di equivoci, l’ha rifirmata.