2015

I principi della dinamica spiegano il fallimento del Milan

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E’ inutile nascondersi dietro un dito, questo Milan sta affrontando il periodo più duro dell’era Berlusconi. Il 20 febbraio 1986, l’attuale presidente, acquistò la società rossonera sull’orlo del fallimento e in ventotto anni la rese una delle più ambite e sontuose: sotto la sua gestione si annoverano 8 Scudetti, 5 Champions League, 3 Coppe del mondo per club, 6 Supercoppe taiane, 5 Supercoppe europee e 1 Coppa Italia. Un neofita potrebbe rimanere sorpreso confrontando questi dati, con il trend delle ultime stagioni, ma i motivi per cui l’attuale Milan non è neanche un lontano parente di quella gloriosa macchina da guerra, risiedono in una quantità di variabili indeterminabili. Le tesi che vanno per la maggiore sono lodo Mondadori, questioni politiche, crisi finanziaria e passione dissipata. La verità è di competenza dei protagonisti, ma il minimo comune denominatore è la mancanza di fondi. E con questo punto di partenza, la parabola Milan non si può che spiegare con i “principi della dinamica” secondo Isaac Newton: i tre assiomi proposti insieme nel “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica” dal fisico inglese, sono sorprendentemente rivelatori.

  1. Prima legge della dinamica: “Un corpo mantiene il proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, finché una forza non agisce su di esso”. Se considerassimo il “corpo” come Milan e la “forza che agisce su di esso”, la mancanza improvvisa di investimenti in una squadra che da anni si affermava nel panorama mondiale, la prima teoria coincide alla perfezione .
  2. Seconda legge della dinamica: “Il cambiamento di moto è proporzionale alla forza motrice risultante applicata, ed avviene lungo la linea retta secondo la quale la forza stessa è stata esercitata”. E’ il caso del mercato (nel nostro caso inteso il “cambiamento di moto”). Acquisti di qualità (dunque costosi, rare eccezioni a parte) ti fanno lottare per la Champions League, giocatori di “terza fascia” ti impongono di ridimensionare gli obiettivi. Il tutto nel contesto della serie A, ovvero “la linea retta secondo la quale la forza stessa è stata esercitata”.
  3. Terza legge della dinamica: “Ad ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria”. Questo assioma potrebbe riassumere le tesi precedenti, ma lo dedicheremo ai parametri zero e al “progetto giovani”. Per quanto riguarda il primo, questa controversa modalità d’acquisto tanto cara al Milan, si ritorcerà contro a giugno quando la società rossonera perderà una pedina fondamentale del centrocampo, a costo zero (Nigel De Jong). La “reazione contraria”, invece, si è verificata con il bluff del progetto giovani tanto caro ai tifosi e mai realizzato. Se il Milan avesse investito nel futuro anziché  in ex giocatori dal nome altisonante, San Siro non sarebbe inesorabilmente così vuoto.
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