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Ibrahimovic a CBS Mornings: «Io dirigente? Giocare era più semplice! Zlatan non è un PERSONAGGIO. La mia esperienza…»

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Zlatan Ibrahimovic, braccio destro di Cardinale al Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni dagli USA dove domani inizierà la tournée estiva

Intervenuto come ospite nel programma CBS Mornings dagli Stati Uniti d’America, Zlatan Ibrahimovic ha parlato del suo ruolo da dirigente al Milan e delle differenze tra questo suo nuovo ruolo e quello del calciatore.

DA 1 A 10, QUANTO PREFERISCO IL RUOLO DA DIRIGENTE A QUELLO DA CALCIATORE? – «(Ride ndr) Giocare a calcio è più semplice rispetto a quello che sto facendo oggi, ma sto imparando. Sto attraversando una fase di apprendimento, sono umile. È un’angolazione differente rispetto a quello a cui ero abituato, ma ho ottimi professionisti attorno a me, quindi…».

DIFFICILE DIRE AI GIOCATORI DI FARE MEGLIO? – «Fino a quando vincono mi va bene. Il problema è quando iniziano a perdere (ride ndr), siamo venuti con un’atteggiamento diverso, ma va bene. Il problema è che io non posso influenzare il gioco, come facevo prima, quindi devi trasferire il tuo atteggiamento, la tua mentalità, la tua esperienza negli altri giocatori, ma stanno lavorando bene».

IO CONOSCIUTO PER ESSERE UN PERSONAGGIO SICURO DI SÉ – «Sono un “bullettproff mind” (mente antiproiettile ndr). Se Zlatan è un personaggio? No, Zlatan sono io. Molte persone mi chiedono spesso se io reciti, ma no. Quello che vedi sono io. Da dove vengo era importante essere sicuri di sè, dovevi vedertela da solo e dimostrare a te stesso di essere il migliore, ma non solo nel calcio o in qualsiasi cosa io abbia fatto, come a scuola. Io penso che sia importante, perché quando entri in questo mondo, il 50% è una questione di testa».

LA MIA CARICATURA NELLA SERIE TV TED LASSO? – «No quella è una brutta copia. È la mia versione cinese (ride ndr)».

UN CONSIGLIO AI GIOVANI – «Dipende da quanto lontano vuoi arrivare. Io ho creduto nella disciplina e nel duro lavoro, che ripagano sempre. Quindi già in tenera età devi prepararti mentalmente perché quando arrivi sui grandi palcoscenici o mangi o vieni mangiato. Con i ragazzi di giovani di oggi devi prima conoscerli e poi spingerli».

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