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Ibrahimovic: «Giocare la Champions a San Siro, adrenalina pura»

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Ibrahimovic, intervenuto nel corso della presentazione di Mind the Gum, ha parlato di Anfield, Champions ed altri temi caldi, le sue parole

Ibrahimovic, intervenuto nel corso della presentazione di Mind the Gum, ha parlato di Anfield, Champions ed altri temi caldi, le sue parole.

Sulla gara di Anfield: «Ieri per molti era la prima volta in Champions, ma ora hanno capito di cosa si tratta e che cosa c’è bisogno di fare per giocarci. La squadra ha capito tutto quanto, tutto il pacchetto. Che cosa significa giocare contro i migliori in Europa e nel mondo, che ritmo c’è, che qualità c’è. Sono felice per i miei compagni, mi ricordo alla fine dello scorso campionato quando ho chiesto chi avesse già giocato in Champions: hanno alzato la mano in due o tre. Pensavo fosse uno scherzo, invece era vero. E allora questo è il motivo per fare ancora di più. Se non hai giocato in Champions, non sai cosa ti è mancato in carriera. Anche solo fare la rifinitura col pallone della Champions. Ti dà un’altra energia, altra adrenalina. Io aspetto di giocare in Champions a San Siro con lo stadio pieno, quella sarà vera adrenalina».

Sul suo rientro in campoPer la Juve vediamo, ho un piccolo problema al tendine, ma per il resto va tutto bene. Non voglio rischiare di avere conseguenze, voglio mantenere il fisico per tutto il campionato in modo da esserci sempre. Non giocarne una e poi saltarne altre, come l’anno scorso. Questa volta ascolterò il mio fisico senza pensare di essere Superman. Il mio problema è che lavoro troppo, perché quando soffro mi piace».

Sulla mentalità trasmessa alla squadra e la battuta sui rigori di KessiéPenso di aver passato ai compagni la giusta mentalità. Hanno capito cosa serve per arrivare dove occorre. Ma se l’anno scorso siamo arrivati secondi vuol dire che manca qualcosa per arrivare primi. La squadra lo sa e lavora tutti i giorni per fare di più e migliorare. Tutti hanno voglia e fame, sono tutti disponibili, anche i nuovi hanno compreso la mentalità di questo gruppo. Occorre solo capire cosa bisogna fare per continuare a restare al top, perché al top ormai ci siamo arrivati. Servono sacrificio e lavoro, la qualità c’è. A Kessie serve il ‘Mind the Gum’ prima di battere i rigori? Ah ma i rigori mica li batte più».

Infine, il tema SuperlegaQuando è arrivato il Covid tanti club hanno pagato, non tornavano i conti con tifosi e sponsor. E i club che hanno sofferto più di tutti, hanno provato ad avere un ritorno economico veloce. Nessuno però ha pensato a chiedere ai giocatori. La prima domanda avrebbe dovuto essere per noi: volete giocare o no? Quindi chi ha inventato la Superlega ha già sbagliato, perché sono io calciatore che poi devo andare in campo».

 

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