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Ibrahimovic: «Non so se resto. Dal Milan ancora nessuna chiamata»
L’attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic ha parlato della situazione rossonera e del suo futuro dopo agosto
Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sportmediaset. Queste le sue parole:
Sul Milan che non è più il Milan di 10 anni fa – «No, lo posso dire perchè ero qua 10-11 anni fa, quando ero giovane. Adesso dicono tutti che sono vecchio, ma l’importante è quello che fai in campo. Ovvio che non sia lo stesso Milan di prima: è un’organizzazione totalmente differente, fanno cose differenti e anche la squadra non è la stessa. Poi anche gli obiettivi forse sono diversi, adesso. Il Milan che ho vissuto prima è il Milan che ho io in testa. Per questo ho detto che il Milan attuale non è quello di 10 anni fa. Però non è che dobbiamo pensare al passato, al contrario dobbiamo pensare al futuro e fare il meglio possibile. Non dobbiamo pensare negativo, voglio aiutare per fare le cose in modo migliore possibile»
Sull’eventuale permanenza – «Se non dovessi rimanere non è perchè non è più il vecchio Milan. Quando sono arrivato qua 6 mesi fa la situazione era come era, venivo con la passione e la voglia di aiutare. Voglio vedere il Milan lottare per il primo posto, giocare in Champions e avere i campioni in squadra. Volevo aiutare la squadra, permettergli di avere il feeling con un giocatore che ha esperienza di vittoria e che ha giocato con dei campioni, che a loro volta erano i miei esempi quando ero giovane. Era una sfida differente. Però adesso mancano 2-3 settimane, giochiamo per arrivare il più in alto possibile»
Se resterà il prossimo anno – «Sul prossimo anno, dico la verità, non lo so. Raiola mi ha chiamato l’altro giorno e mi ha chiesto solo una cosa, se mi stessi divertendo a giocare a calcio. E io ho risposto di sì»
Sul desiderio di restare – «Dipende quali sono gli obiettivi. Europa League non sarebbe un obiettivo? Sono andato al Manchester United, giocavamo l’Europa League e l’abbiamo vinta l’Europa League. Serve obiettivi e stimoli di giocare per qualcosa. Non gioco per il contratto, gioco per le sfide e per avere un risultato per il lavoro»
Sulla chiamata del Milan – «(sorride, ndr). Nessuna chiamata è arrivata».