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Ibrahimovic: «Ritiro? Non voglio rimpianti. Vi racconto l’infortunio»

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Zlatan Ibrahimovic ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di CNN. Le dichiarazioni dell’attaccante del Milan

Zlatan Ibrahimovic parla così ai microfoni della CNN. Le dichiarazioni dell’attaccante del Milan.

RITIRO – «Ho grande passione per il gioco. La situazione è diversa ora con la mia età e con i compagni di squadra che ho, ma mi diverto ogni giorno perché penso che quando smetti di giocare a calcio, ti mancherà così tanto che non vorresti avere rimpianti dicendo che avresti dovuto continuare a giocare

STAGIONE – «Sto cercando di rimanere al livello con questi ragazzi che lavorano sodo per mantenere il ritmo. Voglio essere in salute e, quando lo sarò, continuo a giocare e vedo fino a che punto posso arrivare. Finché potrò produrre risultati, giocherò. Il giorno in cui rallento, voglio che le persone intorno a me siano oneste e me lo dicano. Poi sarò realistico

INFORTUNIO AL GINOCCHIO – «Ho fatto più di 20 iniezioni al mese. Ho svuotato il ginocchio una volta alla settimana per sei mesi. Antidolorifici ogni giorno per sei mesi. Dormito a malapena per sei mesi a causa del dolore. Mai sofferto così tanto dentro e fuori dal campo

MENTALITÀ – «Ho questa spunta di migliorare giorno dopo giorno. E penso che questo ti porti lontano, ti porti a un livello in cui sfidi il tuo corpo perché si tratta di sfidare te stesso. Quanto lontano puoi arrivare? Quanto lontano puoi portare il tuo corpo?»

INFORTUNIO CON LO UNITED – «Fu il mio primo infortunio serio in carriera, era tutto nuovo per me. Non sapevo cosa aspettarmi da quella situazione. All’inizio ero un po’ spaventato perchè non sapevo se sarei tornato, ma poi l’ho presa giorno dopo giorno. Era una cosa mentale dove sarei dovuto rimanere calmo, paziente e, per dire, fare qualche noioso allenamento.»

CLUB RICCHI – «I soldi portano possibilità e alternative che forse non altri non possono portare e l’hype in Premier League è molto più grande della Serie A ed è per questo che l’economia è molto più grande lì. Ma è eccitante anche perché diventa una sfida per i club italiani battere gli altri club… siamo ancora professionisti, la palla è una cosa rotonda e stiamo facendo la stessa cosa.»

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