2015

Il bisogno di un regista… come ai tempi di Pirlo

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Che il centrocampo sia il settore dove si vincono e perdono le partite è una cosa più che assodata. Quando poi si hanno giocatori dai piedi buoni, valide mezzale e registi dalla classe sopraffina, il gioco allora scorre in maniera molto più fluida.

Rimanendo proprio sull’ultimo ruolo, quello del regista, al Milan ne manca uno vero dai tempi… di Andrea Pirlo. Nessuno come lui. Oggi il suo ruolo dovrebbe ricoprirlo un certo Nigel De Jong ma per quanto l’olandese abbia le sue qualità non lo si può affatto paragonare a Pirlo, considerato poi che entrambi hanno caratteristiche diverse. Saper impostare la manovra è una caratteristica indispensabile per un cosiddetto playmaker, faro insostituibile e bene prezioso di una squadra.

Ne sono passati nomi tra cui De Jong che però a fine campionato va vicino all’addio: considerando il periodo in cui Pirlo ha militato in rossonero, dal 2001 al 2011 ovvero dieci lunghi anni, non ci sono state altre individualità affini in grado di sostituirlo. Nelle annate a cavallo della sciagurata finale di Champions persa ad Istanbul contro il Liverpool, arrivarono due elementi non male i quali non ebbero tanta fortuna. I due in questione erano Vikash Dhorasoo e Johann Vogel. Entrambi visti come i vice dell’attuale regista della Juventus, non trovarono sufficiente spazio e dopo una stagione andarono via. Forse chi ha tenuto davvero testa davvero all’ex numero 21 milanista è stato Mark Van Bommel. Olandese al pari di De Jong, di Van Bommel resta ancora impresso il ricordo delle sue lacrime al momento dei suoi saluti al Milan vista l’impronta rilevante che aveva lasciato. Nell’anno dell’ultimo scudetto non fece rimpiangere assolutamente Pirlo e fu padrone del centrocampo.

In un ambiente che non staziona nelle zone alte della classifica da un paio di stagioni a questa parte, ripartire magari da un giocatore alla Van Bommel sarebbe l’ideale per tornare successivamente a risplendere di campioni come fu per l’Andrea nazionale. Non è un caso se club quali appunto Juventus o anche Lazio, giusto per citare un’altra compagine che sta ai vertici, primeggiano per il fatto di avere un buon regista; per i biancocelesti è il caso di Marco Parolo, prodotto italiano nonchè tifoso milanista che a sua volta era stato accostato al Milan ma mai arrivato.

Se il successo di un film trova la sua origine nella direzione di un buon regista, lo stesso vale anche per una squadra di calcio.

 

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