2015

Il circo itinerante di Inzaghi fa tappa al Mapei Stadium

Pubblicato

su

Ormai l’avversario ha un’importanza molto relativa: a Reggio Emilia i giocatori di Inzaghi colgono un’altra secchiata di delusione, al cospetto di un Domenico Berardi, che quando si trova davanti i rossoneri diventa un top player. Rispetto al memorabile 4-3 della scorsa annata, che costò la panchina ad Allegri, i meriti dell’attaccante stavolta vanno divisi con l’arbitro Guida, che ha praticamente regalato il doppio vantaggio iniziale ai padroni di casa, complici un gol fantasma assegnato ai neroverdi e un fuorigioco non fischiato.

Ma come al solito, il gruppo di Inzaghi non è risultato esente da colpe. Malgrado la buona volontà per rimettere in equilibrio la contesa, i rossoneri si sono lasciati andare alle sempre più rituali ingenuità, che fanno ben capire come Inzaghi non riesca proprio a lavorare nella testa dei suoi giocatori. I due rossi comminati a Bonaventura e Suso, che mettono il Milan in fuga nella classifica espulsioni della Serie A, sono segno tangibile dell’incapacità del buon Pippo, nel trasmettere responsabilità e onore per una maglia pregna di prestigio, blasone e successi come quella del Diavolo. Su questo punto è fondamentale intendersi: la libertà di parola e azione è sacrosanta, ma al Milan si percepisce chiaramente come da mesi sia diffuso il germe dell’anarchia, riscontrabile banalmente in atteggiamenti come quello dell’autosclusione di Muntari e Rami dalle ultime gare della squadra. Ancora 180 giri di lancette e sarà tempo di una bella pulizia generale.

Exit mobile version