2015
Il quesito del tifoso: “Perché Maldini e’ stato allontanato dal Milan?”
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Il QUESITO DEL TIFOSO della settimana arriva da Laura, che ci scrive: “Perché Maldini e’ stato allontanato dalla società? Perché non ricopre alcun ruolo nel Milan nonostante gli attuali dirigenti non stiano attraversando un periodo vincente? Non merita una possibilità?”
Il rapporto tra Maldini e il “rossonero” non è sempre stato idilliaco. Sin da giocatore, in diverse occasioni, il capitano si e’ scontrato con la dura realtà dei tifosi mettendoci la faccia. Dal primo anno con la fascia sul braccio in cui il Milan di Capello, dopo innumerevoli proclami a inizio stagione, arrivó decimo, al “dito del silenzio” ai fischi del pubblico in seguito alla sconfitta con il Werder Brema in Coppa Uefa. Il tutto condito da diverse scaramucce nel corso della sua carriera che lo portarono anche a dichiarare: “I motivi dei fischi? Ci sono motivazioni economiche, giochi di potere. Ma se sono queste le ragioni per andare allo stadio, non so più che cosa pensare. Comunque non è solo la curva a non sostenerci: anche i tifosi degli altri settori se ne stanno zitti”. Dichiarazioni forti e pungenti che hanno avuto la risposta della Curva nel giorno dell’addio con un non-tributo immeritato per un uomo e un calciatore che ha indossato e difeso i colori rossoneri per una vita calcistica intera. Adesso i tifosi lo vogliono, lo acclamano ma la risposta negativa arriva direttamente dalla società. Dopo il ritiro, infatti, i destini del Milan e di Maldini hanno percorso strade differenti e quando quest’estate Barbara Berlusconi provò a inserirlo nel progetto di rifondazione, i massimo dirigenti opponendosi al disegno di lady B, si sono opposti anche al ritorno di Maldini.
Dalle interviste rilasciate nel corso del tempo sembra che il problema maggiore sia la convivenza tra l’ex capitano e Adriano Galliani: dai “no comment” sul possibile ritorno di Maldini da parte dell’attuale amministratore delegato, alle dichiarazioni forti dell’ex numero 3: “Galliani si sente onnipotente, fa tutto lui e questo non è possibile. Se ti affidi sempre agli stessi procuratori, a uno in particolare, una volta può farti fare l’affare, ma altre no”. Strategie comunicative differenti ma stesso obiettivo, la poltrona in società senza la “seccatura” dell’altro.
Le loro verità (probabilmente) verranno rese pubbliche in qualche autobiografia pungente tra una decina d’anni, nel frattempo non possiamo che fare un puzzle di dichiarazioni, carriere e interviste per giungere inevitabilmente alla tesi sostenuta poc’anzi.
Senza schierarci da una parte o dall’altra per mancanza di prove certe, cara Laura, vorremmo offrirti comunque uno spunto di riflessione, ovvero le parole di Rivera su questo argomento: “Questi sono problemi che ci si pone quando una squadra va male. Se vince, nessuno fa caso alla storia o alle bandiere. Sono scelte della proprietà e dei suoi collaboratori. Io e Maldini evidentemente non rientriamo in questo gruppo. Per quanto mi riguarda posso dire che l’importante è rimanere sé stessi senza snaturarsi e accettare compromessi dei quali poi pentirsi. Non si può andare d’accordo con tutti”.