2015
Il ritorno di Ibra: sarà quello di prima?
Quante volte si è detto che la seconda volta non è mai come la prima. Specialmente nel calcio. Molte esperienze insegnano e hanno riguardato anche il Milan ma bisogna distinguere da caso a caso e non fare di tutta l’erba un fascio.
Il ritorno di Zlatan Ibrahimovic in maglia rossonera non è più un miraggio ma con un progetto societario che in via Aldo Rossi prende forma e un mercato dai larghi orizzonti, il bomber svedese potrebbe rivelarsi un asso dell’imminente campagna acquisti. Naturalmente non mancano neanche qui le preoccupazioni: sarà lo stesso Ibra del periodo dello scudetto e della Supercoppa italiana vinta a Pechino sull’Inter? Fattori che possono giocargli contro non possono che essere l’età (34 anni il prossimo 3 ottobre), le motivazioni che dopo tanti anni di campionati vinti consecutivamente potrebbero venire meno e una squadra al momento non classificabile in posizioni di primissimo vertice. Normali preoccupazioni, comprensibili per chi ha il Milan nel cuore e non ci sta a vivere un’altra stagione di insuccessi.
Il paragone con i campioni i quali hanno scritto la Storia del Diavolo viene spontaneo; Ruud Gullit ed Andriy Shevchenko alla loro seconda esperienza milanista si rivelarono un flop, provocando delusione ed incredulità tra i tifosi, esterrefatti nel vedere due giocatori nettamente differenti da quelli che furono sul finire degli anni ’80 e nel settennio dal ’99 al 2006. Ricardo Kakà dal canto suo fu al contrario un trascinatore nell’annata 2013/14 ma anche lui andò via terminato quel campionato. Sta solo ed esclusivamente ad Ibra far ricredere gli scettici facendo leva sulle sue innemerovoli qualità, sui suoi numeri da prestigiatore sul campo da gioco e sulla sua magia, decisamente unica, di far vincere lo scudetto in qualsiasi club dove milita. Al Milan, eccezion fatta per la seconda stagione complice pure un po’ di sfortuna ogni tanto verificabile, come dimenticare il tricolore targato 2010-11…