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Il triste cammino di Montolivo, capitano meno amato della Storia del Milan

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Giunto in rossonero nell’estate del 2012, la famosa estate che seguì la fine dell’epopea dei Meravigliosi, Riccardo Montolivo ricopre ormai da tre stagioni a questa parte il ruolo di capitano del Milan. Nel club dove aveva militato precedentemente, la Fiorentina, aveva sfoggiato numeri molto importanti tali da assicurarsi il grande salto in un club di livello superiore solo che quel Milan in cui fece il suo ingresso quasi quattro anni fa era già sceso parecchio di livello…

Ogni partita giocata da Montolivo diventa come uno strazio per i tifosi, nostalgici dei vecchi capitani come Nils Liedholm, Cesare Maldini, Gianni Rivera, Franco Baresi e Paolo Maldini: il confronto con questi campioni purtroppo non regge per l’attuale numero 18, noto per la sua rinomata “scarsa celerità” sul terreno di gioco e per rappresentare appunto una squadra tra le più povere dal punto di vista tecnico che abbiano mai calcato il “green” di San Siro.

Un cammino triste quello del capitano meno amato della Storia del Milan fermo restando che in tanti forse non sanno neanche che è proprio lui il capitano di adesso; abituati fino a diverse stagioni fa ad ammirare giocatori di maggior spessore, oggi, alla luce di una rosa dove non emergono grandi nomi, non ci si riconosce neppure in colui il quale indossa la fascia di una società ricca di gloria ma da tempo caduta in uno stato di crisi senza via d’uscita.

A breve Montolivo dovrebbe rinnovare per altri tre anni, fino al 30 giugno del 2019 (i tifosi del Diavolo sperano vada in scadenza per poi accasarsi altrove, una situazione davvero poco felice per l’ex centrocampista viola) anche se l’ipotesi del rinnovo contrattuale è da associare alle intenzioni dell’attuale dirigenza; visto l’eventuale cambio di proprietà che potrebbe cambiare gli scenari di mercato e tanto altro, al momento sembra congelato qualsiasi discorso legato al contratto del numero 18 milanista.

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