2014
Io mi fido di Pippo Pancaro!
“Fidarsi è bene, ma fidarsi di Pippo Pancaro è meglio”. Sembra essere questo il motto di Carlo Ancelotti quando nell’estate del 2003 si trova davanti il pizzo da carabiniere di Pippo Pancaro. Il suo arrivo viene preso sotto gamba, lo si reputa un giocatore quasi all’uscita del viale del tramonto, pronto ad attraversare la porta con su scritto ex giocatori. Ma non è assolutamente così.
Pippo Pancaro quella stagione sembra vivere una seconda giovinezza. Le sue sgroppate sulla fascia sinistra diventano una garanzia, più puntuali del treno Roma-Milano (ci vuole poco penserete). E invece è proprio così il treno Pancaro insieme al Pendolino Cafu sull’altra fascia rappresentano il dopo lavoro ferroviario alla riscossa; la sicurezza e l’affidabilità sulle quali costruire le basi per vincere uno scudetto quasi inaspettato.
A guardarlo in faccia Pancaro si ha la sensazione che abbia totalmente sbagliato lavoro. Ha a faccia di un metalmeccanico dell’Emilia, di un brigadiere di Castellamare, di un controllore del treno regionale Reggio-Cosenza, di un salumiere di Bologna. Invece PippoPancaro è un giocatore di Calcio che milita in una delle squadre più famose del mondo. Pizzetto e scoccola tipica da uomo di mezza età che ormai ha sparato tutte le sue cartucce. Niente di più lontano dalla realtà perché di cartucce il buon Pancaro ne ha per un’intera stagione, sia in campo che fuori. Vi ricordate del coro: “Era fuori con me, eran quasi le 3, PIPPO PANCARO ALE’ ALE’ ?
Sì perché il buon Pippo è un treno anche fuori dal campo e nella sezione fidanzate, mogli e gossip annovera letterine e presentatrici televisive da calendario del calibro di Adriana Volpe e Vincenza Cacace, bel bottino per uno con la faccia da salumiere, con tutto il rispetto per i salumieri.
L’estro calcistico di Pippo Pancaro lo porta addirittura a segnare un goal vittoria nella partita Brescia-Milan del girone d’andata del 2003. Calcio d’angolo, fronte con capigliatura rada, a tratti assente che impatta il pallone e fa gonfiare la rete. Punto più alto del Pancaro rossonero. Le sue prestazioni risultano spesso decisive per la grande capacità nelle due fasi ma soprattutto per la fiducia che ispira la figura fisica di Pancaro. È come quando trovi finalmente il barbiere di fiducia e dopo un anno che lo conosci lui alza i prezzi, non te ne frega niente lui è nato per fare il tuo barbiere e sarà il tuo barbiere finché vivrà o chiuderà.
Scudetto vinto, stragi di veline, starlette, letterine e il buon Pippo si ritrova a corto di cartucce. Il viale del tramonto sembra essere proprio lì, sta percorrendo i metri finali. Difatti la stagione 2004-05 è un mezzo disastro, errori, disattenzioni e il treno che è sempre in ritardo e a volte non parte proprio. Cessione e sostituzione con un altro vecchio di sostanza il buon Beppe Favalli, un’altra garanzia.
In pochi ricorderanno che lo scudetto del 2003-04 è anche merito di uno come Pippo Pancaro ma io me lo ricordo e me lo ricorderò per sempre, del suo pizzetto e della sua figura che poco aveva a che fare con i calciatori moderni tutti ingellati, depilati, rasati, con le sopracciglia fatte. Pippo Pancaro è ed è stato un uomo vero, acqua, sapone e capello rado, sempre corretto e quasi sempre affidabile, finché non ha varcato la porta con su scritto ex giocatori.
Ah adesso Pancaro fa l’allenatore della Juve Stabia e spero riuscirà ad arrivare in massima serie, anzi ne sono sicuro perché Io mi fido di Pippo Pancaro.