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J. Zanetti: «Che emozione giocare contro Baresi e Maldini. Kakà? Un mostro»

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Javier Zanetti, ex bandiera ed oggi dirigente dell’Inter, ha così parlato degli storici derby disputati contro il Milan

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex capitano e oggi dirigente dell’Inter Javier Zanetti ha così parlato della sfida contro il Milan di domenica prossima: «Mi aspetto un Milan pericoloso, gara d’altronde decisiva per entrambi nella corsa per la Champions. Sarà un grande derby. Giocare Inter-Milan a San Siro, con 80mila persone sugli spalti, è un’esperienza unica al mondo. Con Paolo abbiamo poi vissuto derby storici, fantastici, pieni di fuoriclasse. Si fermava il mondo per vedere Inter-Milan. Gare sentitissime, grande rispetto in campo e fuori. Ancora oggi è bello rivedersi in giro per varie iniziative». 

DERBY STORICI – «Iniziamo con il mio primo derby in campo, finì 1-1, reti di Paganin e Savicevic. Ero emozionatissimo all’idea di giocare contro Franco Baresi e Paolo Maldini, che allora erano già dei monumenti. A pochi minuti dalla fine mi ritrovai a terra dopo un contrasto in area, mi rialzai di scatto pronto a protestare, ma mi accorsi di aver appena fatto a sportellate con Franco Baresi. Fu un attimo, feci finta di nulla e rientrai verso la metà campo facendo la figura del giocatore all’inglese che non si scompone minimamente per un contatto qualsiasi: in realtà era tutto figlio del rispetto che avevo per quel magnifico difensore. Al secondo posto Inter-Milan 2-2, 13 marzo 1999, è stata mia la rete del definitivo pareggio. Agosto 2009, vinciamo 4-0 in casa del Milan. Che spettacolo il gol dell’1-0 di Thiago Motta! Di fatto andammo in porta col pallone dopo una serie infinita di passaggi». 

DERBY EUROPEI – «La doppia sfida nella semifinale di Champions 2003? Fuori dopo due pareggi, che dolore quell’1-1 nella gara di ritorno, ma nei giorni successivi provai solo orgoglio per come avevamo affrontato quei 180 minuti. Piansi nello spogliatoio, e ricordo che i primi ad abbracciarmi furono Maldini, Costacurta e Ancelotti. Ripeto, erano derby stellari con uomini veri in campo. 

L’AVVERSARIO PEGGIORE – «Kakà, un mostro, era ovunque, velocissimo, quasi immarcabile. Ricordo una corsa a due con lui, una ripartenza terribile, riuscii ad accompagnarlo a fondo campo, venne giù San Siro per applaudirmi, ma io ero letteralmente senza ossigeno alla fine di quella volata. Sheva? Ci ha bucati in quasi tutte le partite. Aveva tutto: velocità, cuore, dribbling e tiro. Ed era pure un ragazzo meraviglioso… Il più forte giocatore in assoluto nei miei derby? Senza dubbi il nostro Ronaldo, quello del 1997-98 in particolare. Mai visto niente di simile: devastante, esaltante, un marziano».

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