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Javi Martinez: «Guardiola e Ancelotti hanno cambiato radicalmente il calcio»

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Il calciatore spagnolo Javi Martinez ha parlato di Guardiola e Ancelotti, suoi allenatori ai tempi del Bayern Monaco

Javi Martinez, calciatore spagnolo in forza al Qatar FC, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato di Ancelotti Guardiola, suoi ex allenatori ai tempi del Bayern Monaco, che si sfideranno questa sera in Champions League.

CONFRONTO – «Per me sono i due massimi rappresentanti delle loro generazioni di allenatori. Carlo ‘old school’, Pep dei nuovi. Dei colleghi di Ancelotti ormai non c’è più nessuno in attività, Guardiola invece è il migliore di questa grande ondata che comprende Luis Enrique, Tuchel, Pochettino, Klopp. Gente che ha cambiato radicalmente il calcio, e che continua a farlo. Tecnici molto diversi da Ancelotti. È l’ultimo dei mohicani. Che Carlo oggi sia ancora lì a lottare per grandi traguardi e a competere contro questa nuova generazione di tecnici lo eleva nell’olimpo della storia del calcio, la cosa dice quanto è grande e quanto lavora bene».

ANCELOTTI – «Carlo è una persona molto intelligente, conosce perfettamente il calcio, le rose delle squadre e il loro funzionamento. Nessuno si aspettava che tornasse al Madrid, è arrivato e ha rivitalizzato una rosa che aveva perso Ramos e Varane e prima ancora Ronaldo, pezzi importanti. C’era grande scetticismo e invece è a un passo dalla Liga ed è in semifinale di Champions. Con Carlo sono passati da un possibile fine ciclo a un favoloso riciclo. Li ha riattivati con l’intelligenza che lo distingue. Carlo sa cosa serve a ogni squadra. Quando mi chiedono chi è il migliore del mondo io dico sempre la stessa cosa: per conoscenza del calcio, Pep. Però per un giocatore è importante che un allenatore sappia tirar fuori il meglio da lui, e non mi sono mai sentito meglio che con Carlo. Non solo calcisticamente, anche personalmente. Penso che in questo Carlo sia il migliore di tutti».

GUARDIOLA – «Pep ha bisogno di uno che veda il calcio esattamente come lui e Juanma è matto come Pep in termini sportivi. Sono malati di calcio, come Bielsa. Gente che vive solo di e per quello. La sua forma di analizzare le partite è unica. A noi diceva: ‘Occhio a questo centrale, non esce per coprire, non legge bene i passaggi, creiamo spazio perché non se ne accorge’. In campo succedeva esattamente ciò che ci aveva detto. E se non te l’aveva detto prima lo faceva nell’intervallo. Giocavi sapendo perfettamente non solo cosa dovevi fare, ma anche cosa avrebbe fatto l’avversario. Un vantaggio notevole. Se a questo aggiungi la grande preparazione in tema di automatismi e schemi di pressione, una squadra di Pep diventa quasi impossibile da battere»..

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