2015

Josè Mari un attaccante allergico al goal

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Un tempo dalla Spagna e dall’Inghilterra arrivavano giocatori che spesso venivano rispediti al mittente per problemi di ambientamento, o forse solo perché il nostro campionato era più difficile degli altri. Oggi funziona tutto all’opposto, il Campionato Italiano è più facile e con gli scarti delle squadre spagnole, inglesi, tedesche vengono in Italia a fare i fenomeni.

In quegli anni,tra giocatori che stranamente non furono subito rispediti al mittente, troviamo il grandissimo Josè Mari. Guardatelo bene in faccia: sembra uno di quei chitarristi che suonano per strada o alle fermate della metro, con il loro mini amplificatore e la custodia come contenitore per le eventuali offerte dei passanti. Proprio come un chitarrista di strada può essere ricordata la storia di Josè Mari al Milan; se ti fermi ad ascoltarlo ti accorgi di lui ma lo intuisci che non ha nessun talento, è un personaggio di contorno e proprio come i chitarristi di strada o dei metrò, puoi benissimo farne a meno e metterti le cuffie per ascoltare la tua di musica che sicuramente è migliore.

Il Milan ha l’abilità di sottrarlo alla Roma e di sborsare ben 40 miliardi di lire nel ’99 per accaparrarsi i servigi del picador, così come viene soprannominato in Spagna (viene dall’Atletico Madrid dove non ha una media goal stratosferica 20 reti in 84 presenze). Il picador è il cavaliere che apre la corrida, il primo a colpire il toro con un fendente che l’indebolisce. Josè Mari però sembra un picador disarmato o forse, meglio ancora,  un vecchio toro sfiancato, assolutamente non in grado di essere pericoloso in alcun modo. Nei primi sei mesi di Milan fa un solo goal in 17 presenze, insomma un bomber vero.

La seconda e la terza stagione va un po’ meglio 4 reti in 37 presenze ma comunque dà sempre la sensazione di essere solo una comparsa, un giocatore mediocre e quasi inutile, sostituibile con un qualsiasi altro calciatore di Serie B di media fascia. Un Torero Camomillo che beve sonnifero e non la mette dentro neanche per sbaglio.

La sua allergia al goal diventa cronica nella sua carriera, un marchio che lo contraddistigue. 40 reti in quasi 300 presenze, anche Giampiero Galeazzi avrebbe fatto meglio in un area di rigore rispetto al picador. Josè Mari insegna che per fare l’attaccante non c’è bisogno di fare goal ma sapersi vendere bene. Il suo agente deve essere uno davvero bravo o uno parecchio ammanicato, viste le squadre in cui il bomberissimo ha militato: Siviglia, Atletico Madrid, Milan, Atletico di nuovo, Villareal e Betis Siviglia, prima di finire in serie b spagnola con il Gimnastic e lo Xerez. Anche le furie rosse della Spagna hanno usufruito dell’allergia da goal di Josè Mari.

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