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José Mauri: il costoso fallimento di Mihajlovic

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Il suo nome è José Augustin Mauri, è un centrocampista dai piedi vellutati e milita nel Milan. O meglio, dovrebbe. Infatti, l’italo-argentino, in questo inverno piovoso ha calpestato il manto erboso di San Siro meno volte del sole. Eppure, nonostante al “diavolo” serva un Caronte che traghetti il pallone dalla difesa all’attacco, il regista che potrebbe dettare tempi e geometrie è perennemente relegato alla mansione di tester di panchine. Vi state domandando quale sia la più comoda? Chiedete pure a lui. E in effetti, a chi non piacerebbe girare l’Italia a costo zero provando comodi divanetti da esterno (anzi, con uno stipendio di 800 mila euro netti all’anno)? A José Mauri no.

Le origini della sua carriera (O per meglio dire, la leggenda narra che…)

L’italo-argentino approdò per la prima volta in Italia a 13 anni, un età troppo cristallina per reggere la pressione del calcio del bel paese, e il suo primo provino al Brescia, fu un’esperienza del tutto anonima. L’anno seguente, però, con più carattere e cinismo, impressionò gli osservatori del Parma e la società emiliana acquistò il suo cartellino. E fu una mossa saggia perché José Mauri nella stagione 2011/12 esplose sotto l’attenta guida di Cristiano Lucarelli, che gli affidò le chiavi del centrocampo.

                           (Primo match di stagione, secondo anno con la Primavera del Parma. La bella giocata di Mauri dal minuto1.52 a 1.58)

L’esordio tra i grandi e il fallimento del Parma

Nel 2014, dopo due annate da ricordare nel campionato giovanile, Josè fece il suo esordio in Serie A. In quella stagione totalizzò solo tre presenze ma fu solo un prequel del capolavoro che andò in scena l’anno successivo: trentatré presenze, due reti e prestazioni di grande spessore. Numeri importanti per un diciottenne alle prime armi e il suo nome finì sui taccuini degli osservatori di mezza Europa.
Il fallimento della società in quella stagione e le molteplici rescissioni dei tesserati, hanno sicuramente avvantaggiato il classe ’96 che riuscì ad affermarsi tra gli uomini di Donadoni senza troppa concorrenza. Ciononostante, vivere e giocare sotto le costanti pressioni e tensioni della piazza, delle autorità delegate al controllo e dello scandalo che giorno dopo giorno assumeva un eco maggiore, non era né facile né per tutti. E tra il “fuggi-fuggi” generale (nove tra rescissioni e cessioni in prima squadra), José Mauri non è scappò e a testa alta lottò fino all’ultima giornata di campionato, per la sua maglia, per i suoi tifosi.

http://https://www.youtube.com/watch?v=ExwdAU3btbQ

                                                                                    (Serie A, Parma-Juventus, 1-0 goal di Mauri)

L’approdo al Milan

Per fortuna (non sua, a questo punto), il corteggiamento del Milan era già stato avviato prima dell’esplosione con Donadoni e dopo la brillante stagione, bastò una telefonata di Galliani per convincere il calciatore a trasferirsi in rossonero. Chi non sogna questo grande passo e la consacrazione tra i big? Un vero colpo per il Milan che aveva sottratto il baby gioiello a diverse big europee, vincendo la concorrenza spietata con la Premier League. E in seguito al fallimento del Parma,  il centrocampista venne tesserato a costo zero.

Attualità e politica

Nonostante le premesse del suo agente: “Stiamo parlando di un ragazzo di grande talento, non si arriva per caso al Milan”, il calciatore non è quasi mai stato preso in considerazione dall’allenatore. Quello stesso allenatore che in estate “lo aveva voluto fortemente” (ndr). Un ripensamento ambiguo di Mihajlovic che ha schierato il centrocampista solo negli incontri di Coppa Italia, per ultima contro l’Alessandria. Ed effettivamente, il calciatore è parso in difficoltà. In difficoltà perché era l’unico a provare a dare un’impronta alla manovra rossonera, di creare geometrie e quel gioco che a Milanello è assente da diverso tempo. Sempre propositivo, José Mauri più volte si è trovato nella mediana rossonera con la palla tra i piedi circondato dalla staticità assoluta dei suoi compagni di squadra. Tutti immobili tranne le sue “sbracciate” insofferenti. E il premio di questo suo dinamismo fu la sostituzione. Meglio l’ottemperanza di Montolivo e i lanci lunghi: pratici, sicuri, creano opportunità. Alla faccia del club più titolato del mondo.

Il costoso fallimento di Mihajlovic

In aria di cessione, José Mauri, essendo stato tesserato a costo zero, potrà solo portare a bilancio una plusvalenza. Ma in ottica futura, considerando l’età e l’esperienza precedente, quello che è stato e quello che sarà, il giocatore ha tutte le carte in regola per essere un costoso fallimento e soprattutto un costoso rimpianto. Perché se non puoi spendere 30 milioni di euro per un discreto centrocampista, non hai tante altre alternative. O meglio, se quei 30 milioni di euro non vengono spesi adeguatamente per un reparto lasciato per troppo tempo in balia di se stesso, le alternative si riducono a una sola: coltivare i talenti. Anche perché, i tifosi rossoneri, sarebbero ben più contenti di vedere gli errori di un diciottenne propositivo piuttosto che lo scempio andato in onda sulla mediana rossonera per diverse stagioni. Ma a questo punto sorge spontanea una domanda: chi ha voluto realmente l’acquisto di Mauri? Ai posteri l’ardua sentenza. Anzi, al suo procuratore, dopo che verrà immeritatamente ceduto.

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