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Kessié-Bakayoko, procura federale vuole squalifica: sarebbe un precedente epocale

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Kessié-Bakayoko ancora sotto la lente della Procura federale: squalificare i due rossoneri creerebbe un precedente epocale

Continua misteriosamente ad essere d’attualità il gesto di Kessié e Bakayoko al termine di Milan-Lazio nonostante la decisione già presa del giudice sportivo che ha scelto di non punire i due calciatori milanisti per aver esposto la maglia di un avversario (Acerbi) nel corso dei festeggiamenti sotto la propria curva. Su spinta di alcuni esponenti politici la procura federale della FIGC avrebbe aperto un’indagine sui due originari ivoriani al fine di punire con una squalifica il loro gesto giudicato da Gravina “irrispettoso”. Qualora l’organo federale dovesse decidere di controvertere il pronunciamento del Giudice Sportivo si tratterebbe non solo di un “unicum” storico ma anche di un precedente epocale che potrebbe lasciare strascichi indefinibili da qui in futuro.

Imporre un valore così tanto labile e soggettivo come “l’istigazione all’odio” (per citare Acerbi) in un festeggiamento attuato su un campo di calcio andrebbe a creare, come detto, un precedente pericoloso che potrebbe in futuro portare a squalificare chiunque esultasse in maniera poco consona dopo un gol o un successo ottenuto sul manto erboso. Da Totti a Maresca passando per Perisic o Cristiano Ronaldo contro l’Atletico, tutti casi che, se giudicati dopo un’eventuale squalifica di Kessié e Bakayoko, obbligheranno chi di dovere a prendere provvedimenti ben più gravi rispetto a quelli attuati in passato (cioè nessuno). La verità è che la bravata Bakayoko-Acerbi non è stato giudicata dalla procura federale come caso in sé ma per i soggetti coinvolti: da un lato Francesco Acerbi, vero esempio di atleta e uomo per aver sconfitto il cancro, e dall’altro Bakayoko e Kessié, giovani scapestrati e un po’ sbruffoni. Inutile sottolineare come tale metro di giudizio, per quanto condivisibile o meno, non possa in alcuna maniera influenzare la sentenza di un organo imparziale come deve essere quello della procura federale della FIGC. Ma a quanto pare in questo Paese niente è mai scontato…

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