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La cura Montella per la rinascita di Bertolacci

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Baluardo della catastrofica campagna acquisti 2015/2016 e bandiera della fallimentare stagione rossonera, Andrea Bertolacci si è dovuto cucire di fianco al suo nome l’etichetta di calciatore flop. Da solo. Reo di non aver retto la pressione di San Siro e la ridondanza di quei 20 milioni di euro spropositati, il centrocampista romano ha inanellato solo prestazioni scarne e fischi dei tifosi. Consapevole di questo calo e della poca fiducia da parte di allenatore e piazza, Bertolacci non ha potuto che defilarsi e rifugiarsi nell’eco del silenzio.

I DUBBI DELLA DIRIGENZA: Eppure il venticinquenne italiano a Genova si era affermato come una delle migliori rivelazioni della serie A, aveva attirato le attenzioni delle big italiane ed europee e con la maglia azzurra si è imposto con personalità abbattendo ogni pressione. Dunque, com’è possibile una tale regressione? Può essere stato solo un fuoco di paglia? Cos’è successo? Non sono queste le domande che si sono poste in via Aldo Rossi 8 ma “Come recuperare questo calciatore?”. E la risposta è stata “Vincenzo Montella”, ai cui obiettivi è stato aggiunto il rigenero di Bertolacci.

LA CURA MONTELLA: Il tecnico campano, celebre per aver reso la Fiorentina una delle squadre più ostiche della serie A, ha conquistato le luci della ribalta grazie a un gioco spumeggiante e a un intenso possesso palla, esaltando le qualità di giocatori ritenuti mediocri e che oggi sono certezze o campioni. Stiamo parlando di un Borja Valero che aveva appena ottenuto una retrocessione in Spagna con il Villareal, un Cuadrado lontano parente dell’odierna ala esplosiva, un Savic tutto da svezzare o un Mati Feranandez perfetto sconosciuto. Per non parlare di Alberto Aquilani che riuscì a mostrare il suo potenziale solo con Montella o un giovanissimo Ljajic che oltre a non essere “bruciato” (come si suol dire in gergo) realizzò 11 reti in 28 presenze alla prima stagione con il tecnico campano. Peculiarità intrinseche che si sposano perfettamente anche con il progetto Milan e il tutto condito da un aspetto fondamentale: il cuore del gioco e il motore della squadra sono il centrocampo. Ed è in questo settore che oggi s’intrecciano i destini di Bertolacci e dell’aereoplanino rossonero.

L’AMORE SOCIAL: L’ex Genoa ha già assicurato su Instagram: “Fatica, lavoro, sudore e impegno. Questa è l’unica strada che conosco per raggiungere ogni obiettivo. Sono il primo a essere deluso dalla scorsa stagione. Le critiche fanno male ma voglio ripagare la fiducia di tutti coloro che hanno creduto in me. Ci metterò come sempre gambe, cuore e testa. Per questa maglia, questa società, questi tifosi e questa squadra”. E la risposta dell’allenatore rossonero non si è fatta attendere: ”Bertolacci nella scorsa stagione ha sofferto anche il costo che è stato pagato, non è stato facile per lui. Ma in questi primi giorni mi sta piacendo, sta capendo in silenzio quello che voglio da lui. Sono sicuro che, se dovesse continuare su questa strada, sarà presto in grado di esprimere il proprio potenziale”. Come per dire “dimentichiamoci il passato ma dimostrami chi sei”.

LA RINASCITA DI BERTOLACCI: Nonostante sia prematuro, non è difficile pensare che questo possa essere l’anno del riscatto e le statistiche della prima amichevole contro il Bordeaux parlano chiaro: poca lucidità, gambe pesanti ma ai primi posti per passaggi riusciti e palloni recuperati. Numeri, sono solo numeri e come disse Bukowksi “Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media”. E come dare torto allo scrittore statunitense? Ma abbiamo il dovere morale di dare un’altra possibilità al centrocampista e di porre fiducia nelle abilità del tecnico rossonero, capace di esaltare le qualità dei singoli e proporre sempre una solida identità di gioco che ormai a Milano manca dai tempi d Ancelotti (stagione 2008/09). Dunque, se lo scotto da pagare per non assistere più a obbrobriosi lanci lunghi e a una squadra senza idee sia aspettare il centrocampista romano, lunga vita a te Bertolacci.

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