2015

La “Guernica” di Mihajlovic

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Nuova rosa, nuova stagione, nuovo allenatore, vecchi problemi. La scorsa estate la società rossonera ha voluto affidare la guida della squadra ad un sergente di ferro, un condottiero che plasmasse i giocatori a sua immagine e somiglianza esaltando nella fattispecie due valori: grinta e determinazione. Correntemente i responsabili di questo insuccesso non sono ancora determinabili ma il curriculum “motivazionale” del serbo parla da sé: Catania, Fiorentina e Sampdoria sono state piazze in cui la cattiveria agonistica non è mai stata un cliché. Ma a Milano, forse a causa del traffico dovuto all’Expo, deve ancora farsi viva. Ed è per questo che, al momento, Sinisa Mihajlovic non ha potuto che effigiare la sua “Guernica” rossonera. Un dipinto schierato in campo in cui silenziosamente il serbo mostra la realtà dei fatti tristemente caratterizzata da caos e disordine. Il panico ritratto da Picasso e’ il medesimo degli uomini con la casacca rossonera, le urla strazianti attribuibili ai tifosi ingrigiscono San Siro e le braccia rivolte al cielo sono quelle di una società che ha speso tanto e male. Le parti dei corpi sparse sulla tela riproducono i giocatori che non hanno inciso, il cavallo e il toro i condottieri che hanno fallito e perfino la luce dall’alto (dei fondi orientali che non sono stati ancora confermati) emana spade pungenti. Ma così come nelle originali intenzioni dell’artista spagnolo, il fiore rappresenta per Mihajlovic la stessa speranza nella ragionevolezza e nella fine delle ostilità. E l’appello è proprio a quella ragionevolezza che i tifosi e la società devono tenere in vita con il supporto in primis all’allenatore e in secundis alla rosa. Il serbo è l’ultimo baluardo contro l’esitazione e l’irresolutezza che hanno caratterizzato le ultime stagioni e l’ennesimo cambio di guida comporterebbe il centesimo “anno zero”. Il Milan invece deve agire in anticipo, non reagire. Deve essere un attore strategico, non un ideale kantiano(*). E Mihajlovic e’ la soluzione. Sempre che Venere non venga lasciata nell’auge del suo epiciclo.

(*) Natalie Nougayrede sull’Europa (Internazionale)

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