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La Scala: “Fassone ha un compito primario: riportare le bandiere al Milan”
L’avvocato La Scala, presidente dei Piccoli Azionisti del Milan ha parlato a TMW Radio: ecco le sue parole:
“La verità è che ci dobbiamo togliere dalla testa l’idea che una società di calcio si identifichi con l’imprenditore che la mantiene. Sempre più stesso i veicoli che garantiranno il futuro delle società saranno cordate di imprenditori o fondi di investimento che entreranno ed usciranno. La filosofia di investimento è quella secondo cui dopo un certo periodo il fondo punterà a vendere la società per rientrare dell’investimento. Che i nomi siano abbastanza sconosciuti e facciano riferimento a entità che non sono sui giornali tutte le settimane non mi stupisce. Io mi fiderei del lavoro dei dirigenti di Fininvest, a parte alcuni aspetti oscuri della vicenda, relativi al fatto che la cordata abbia subito una vera e propria scissione”.
GANCIKOFF E GALATIOTO.
“Sono stato in relazione epistolare con gli acquirenti, cercando di spiegare le idee dei piccoli azionisti. Mi sono stupito che uscissero di scena in questo modo, però anche questo nel mondo della finanza capita. Quando un fondo si costituisce, in caso di divergenze le decisioni vengono prese a maggioranza. Niente di strano che i soci abbiano litigato su alcune decisioni e che Gancikoff e Galatioto abbiano preso la parte della dirigenza presente. Nessuno sente ora Gancikoff e Galatioto, perché evidentemente stanno negoziando il loro compenso con la cordata vittoriosa. Questo accade in tutte le migliori famiglie e nel mondo delle finanze è all’ordine del giorno. Non sono preoccupato di questo, ma che la cordata che entrerà nel Milan sappia cosa fare. Adesso ha come riferimento Fassone, che ha esperienza nel mondo del calcio e non solo: tutti quelli che lo conoscono me ne parlano come di un manager competente, se lo è saprà capire che è fondamentale ricucire il rapporto col popolo milanista”.
SULLE BANDIERE.
“Oggi la squadra non ha più bandiere al suo interno: Berlusconi, anche a chi non piaceva troppo, era rimasto una bandiera. Era l’unico elemento in cui un tifoso poteva riconoscersi, adesso non c’è più. Adesso il Milan deve riportare in casa una bandiera, in giro ci sono personaggi come Maldini o Albertini che già lo sono. Per ricostruire il rapporto con la tifoseria li porterei in società”.