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Leao: «Pioli dice che se voglio arrivare al livello di Mbappé devo fare questo»

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Leao: «Pioli dice che se voglio arrivare al livello di Mbappé devo fare questo». Le parole dell’attaccante de Milan

Nuove anticipazione dell’intervista di Leao a DAZN diffuse questa mattina dal Corriere dello Sport.

PRIMI PASSI AL MILAN – «Non è stato facile perché sono arrivato in un campionato diverso  e non parlavo italiano. Avevo 19 anni e c’erano tanti avversari di alto livello. Tutti però mi hanno dato una mano e adesso le cose vanno meglio».

PIOLI – «Nonostante le difficoltà, Pioli mi ha dato fiducia e mi ha schierato titolare. È grazie a lui se sono diventato il giocatore attuale. Mi ha trasmesso la giusta mentalità perché é uno che mi ha spinto a credere sempre in me stesso. Mi diceva: “Tu hai talento, ma ti manca un po’ di mentalità vincente. Se vuoi arrivare al livello di Mbappé e Ronaldo, devi fare la differenza tutte le partite, altrimenti sei un giocatore banale”. L’ho ascoltato molto e nella mia testa è scattato qualcosa quando ho parlato con il mio personal trainer e con la mia famiglia. Mi sono detto che tutti avrebbero dovuto vedere chi ero davvero ed è successo. Mbappé e Ronaldo sono i due a cui mi ispiro., quelli che guardo di più su YouTube.. Io ancora non sono un goleador come loro, un “matador”, ma sto imparando e voglio arrivare a quel livello».

PROSSIMO STEP – «I dribbling fanno la differenza però qualche volta posso segnare di più e devo riuscirci anche se parto da sinistra. Quando arrivo davanti alla porta deve essere più concreto. In passato non lo ero. Adesso invece…».

HENRY – «Lui è stato un gran giocatore, io sono ancora un giovane che cerca di arrivare a quel livello. Niente paragoni». 

FAMIGLIA – «Mia mamma mi manda un messaggio tutti i giorni: non parla tanto di calcio, ma vuole sapere come sto, se ho mangiato bene, se sono con i miei amici. Mio papà mi chiedere di fare sempre le cose giuste: prima di arrivare a questo livello, pretendeva che finissi la scuola… È una figura molto importante per me. Con il primo stipendio ho comprato loro la casa».

CAPELLI – «Da ragazzo mi piaceva portarli più lunghi, ma una volta mio papà me li ha tagliati perché a scuola mi chiamavano “ragazza”».

SURFISTA – «I surfisti qualche volta sbagliano onda, ma dopo tornano sulla tavola e fanno bene. Credo sia il modo giusto di pensare: puoi provare e sbagliare ma devi continuare a imparare, trovare delle soluzione di fronte agli errori commessi».

THEO – «Dice che è più veloce di me? Una volta in allenamento dobbiamo fare una corsa e scommettere… Theo mi piace perché quando parte è molto potente. Per me è uno dei terzini sinistri più forti del mondo, un elemento fondamentale per la nostra squadra».

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