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L’obiettivo del Milan? Per alcuni addetti ai lavori la salvezza

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Prepariamoci all’ennesima stagione di transizione. Non ci sono più parole dinanzi a quanto sta accadendo in casa Milan: la cessione ai cinesi non si è più concretizzata, sono pervenute nuove offerte ma non si conoscono ancora nomi e cifre di nuove eventuali trattative mentre il mercato rimane bloccato senza fare registrare colpi in entrata.

Dopo le prime vittorie ai danni di Bordeaux e Bayern Monaco si è tornati coi piedi per terra causa la sconfitta contro il Liverpool e il match di questa notte con il Chelsea di Antonio Conte avversario di turno sarà un’altra prova molto dura da affrontare al cospetto della corazzata londinese. Non ci resta che accontentarci dell’attuale situazione dove a livello societario nulla è cambiato e la squadra è praticamente la stessa della scorsa stagione, assolutamente non in grado di competere per i piani alti della classifica e con il rischio di ritrovarsi a lottare per obiettivi molto più bassi rispetto al blasone del club.

Gli ultimi tre campionati hanno sentenziato chiaramente che la rosa rossonera non è neanche all’altezza dell’Europa League. A questo punto, quale potrebbe essere il vero obiettivo del Milan per il prossimo campionato ormai alle porte? Se è così complicato centrare anche solo l’Europa minore, gli uomini di Vincenzo Montella si ritroverebbero a stazionare per la quarta annata di fila in posizioni di media classifica e, incredibile ma vero, la salvezza diventerebbe il traguardo più realistico a cui puntare. In tempi non distanti, un grande esperto di calcio dello spessore di Fabio Caressa aveva parlato proprio di salvezza nel corso di un suo intervento a Sky Sport 24: qualora la cessione alla cordata di investitori asiatici non fosse andata in porto e il mercato non avesse portato investimenti, per i nostri colori non ci sarebbe stata la possibilità di puntare a qualcosa di più.

Ebbene, alla luce di certi trascorsi bui come quando in quei 44 lunghi anni di astinenza compresi tra il 1907 e il 1951 il club non vinse nulla o come quando all’inizio degli anni ’80 lo scandalo del calcioscommesse spedì il Diavolo nell’inferno della Serie B, va preso atto che anche questo periodo, similmente ai due periodi appena rievocati, è transitorio e oscuro e di conseguenza un obiettivo minimo quale la salvezza rappresenta sì, da un lato, un motivo di imbarazzo per un club che tiene conservati nella sua bacheca numerosi trofei ma dall’altro è il segno della dura realtà di oggi in cui l’Europa (a meno di cambiamenti repentini sul fronte societario e di mercato) è solo un miraggio.

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