2014

L’obiettivo non era giocare la finale di Champions a San Siro?

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Il recente accordo con Emirates darà pure nuova linfa alle casse del Milan ma quello che tutti si aspettano di vedere è una società capace di impiegare al meglio questo tesoretto e programmare bene tutte le strategie che verranno. Qualunque operazione verrà portata avanti, conclusa, non bisogna assolutamente perdere di vista l’obiettivo prefissato ad inizio stagione ovvero il raggiungimento del terzo posto, valido per la qualificazione ai play-off di Champions League.

Già, la Champions League la cui finale della prossima stagione 2015-16 avrà luogo proprio a Milano, nel tempio di San Siro, meglio conosciuto come la Scala del calcio. Una Scala che a dir la verità oggi il Milan sta facendo non poca fatica a salire in un campionato sempre pieno di ostacoli e di squadre che sgomitano pur di accaparrarsi il piazzamento desiderato in classifica. Il rischio, la paura che anche quest’anno qualcosa possa non andare per il verso giusto c’è. Lasciando stare discorsi utopici legati allo scudetto visto che il Milan delle ultime stagioni è tutta un’altra squadra rispetto a quella che stradominava con i campioni, il traguardo massimo percorribile è la Champions, non nel senso di vincerla (anche qui, discorsi decisamente fuori luogo) ma semplicemente di assicurarsi la presenza per quanto concerne l’edizione che verrà, conquistando quella tanto agognata terza posizione in Serie A dietro le due battistrada Juventus e Roma arrivando così a giocare i play-off estivi che danno l’accesso alla competizione europea più bella che ci sia.

Come sopra riportato, a non mancare è il rischio di non farcela, di venire tagliati fuori dalla corsa se non si risale subito la china. Ci sono squadre le quali stanno messe meglio dei rossoneri e in questo momento sono loro a godere di un’eventuale qualificazione alla Coppa dalle grandi orecchie. Non si può, non si può assolutamente vedere il club numero 1 al mondo per titoli non giocare la Champions nell’anno della finale a San Siro. Sarebbe una sconfitta di dimensioni colossali, una macchia impossibile da rimuovere, specialmente in questa fase buia della storia rossonera. Dopo 13 giornate, fa male respirare non solo l’assenza dai primi tre posti ma altresì l’assenza dal quarto e quinto posto validi per l’accesso all’Europa League, la competizione minore. Il Milan è sesto a 21 punti: Ciò sta a significare, se una squadra posizionata sotto in classifica dovesse vincere la Coppa Italia, ora come ora niente Europa per la seconda stagione di fila e finale di Champions da seguire in tv… Forse qualcuno non si rende conto della tragedia a cui si può andare incontro.

Bisogna muoversi gradualmente, la stagione in corso innanzitutto non va buttata ma valorizzata al meglio per poi pensare alla successiva. Affrontare al meglio le partite prima della sosta natalizia contro Genoa, Napoli e Roma e da gennaio a maggio tenere il passo senza distogliere gli occhi da ciò che si ha davanti. Se verrà conquistato l’obiettivo, in estate ci sarà da lavorare sodo al fine di rituffarsi in una nuova stagione la quale dovrà presentare sicuramente qualche ambizione in più. A quale tifoso milanista non dispiacerebbe di disputare la finale di Champions a San Siro, sotto il suo cielo e dentro il suo stadio? Attualmente, è soltanto un sogno. Molto ma molto difficile che si avveri. Per questo motivo ribadisco che il cammino va percorso passo dopo passo, pensare sempre a testa alta nonostante le grosse difficoltà avute finora e cercare per prima cosa di ritornare nella competizione europea più sentita al termine delle 38 lunghe giornate del campionato in corso. Si vedrà poi andando avanti in che modo andrà a funzionare lo spogliatoio, come si andranno ad integrare gli innesti di gennaio, quale aria tirerà. Insomma, ci sono ancora 17 mesi da qui al maggio 2016 affinchè il Milan possa subire una trasformazione tale da tornare protagonista e il cielo torni ad essere sereno su San Siro. Giusto in tempo per la finale.

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