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MALDINI: “Tornare al MILAN sarebbe il mio sogno ma sono percepito come un problema”

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Intervistato da Planet Football, Paolo Maldini, ex capitano e difensore centrale del Milan, ha così parlato del proprio passato e dell’attuale situazione societaria del club di cui ha scritto la storia:

Tornare in alto è dura. Sono cinque anni che non si vince nulla, eccetto la Supercoppa Italiana di dicembre, e sono tre anni che la squadra non si qualifica per le coppe europee. Il presidente Berlusconi sta cercando di vendere il Milan, ma non si sanno tante cose come, ad esempio, quanti soldi vorranno investire nel rilancio della società. Ci vogliono tanti soldi per tornare allo stesso livello di 10 anni fa. Il Milan è nel mio cuore. Mio papà è stato capitano del Milan, io sono nato a Milano e i miei figli hanno giocato nelle giovanili del Milan. Amo il Milan e se un giorno avrò la possibilità di tornare, ne sarei felice. Ma non è facile, perché sono stato visto come un problema. Perché io non ho bisogno di lavorare per il Milan, ma mi piacerebbe farlo. Questa mia posizione di indipendenza è difficile da interpretare ed è complicato, ma vedremo”.

Su Donnarumma: “Ha un grande talento. Sapevamo che aveva qualcosa di unico fin da quando è arrivato nelle giovanili del Milan. Solo chi non capisce di calcio non ha riconosciuto le doti di Gigio. Dopo Buffon, che ha fatto il suo debutto in Serie A contro il Milan, ho visto le stesse doti e qualità in Donnarumma. Pur essendo molto grande, è molto veloce ed è un grande ragazzo. Adesso si parla tanto di lui e devi essere un bravo ragazzo per isolarti dalle voci e pensare a fare bene in campo. I difensori più forti oggi? Sergio Ramos è molto forte. Mi piace molto Thiago Silva, che aveva dimostrato le sue qualità fin da quando arrivò il primo giorno al Milan”.

Sul suo modo di giocare e di intendere il ruolo di difensore: “Io ho sempre giocato pulito. Cercavo il pallone, non le gambe e quando giochi in questo modo, ti apri al rispetto degli avversari. C’è differenza tra essere aggressivo ed essere cattivi. Franco Baresi è stato un grande capitano e un grande esempio per tutti. Non parlava tanto, ma in campo e fuori era il numero uno”.

Sugli avversari più forti: “Maradona è stato l’avversario più forte contro il quale ho giocato. In campo era un grande. Anche Ronaldo il Fenomeno è stato un avversario molto duro. I due anni in cui ha giocato nell’Inter, prima degli infortuni, era davvero dura stargli dietro”.

Sul gol a cui sono più legato: “Il mio primo gol contro il Como. Abbiamo vinto 1-0 in trasferta e Berlusconi mi regalò un bellissimo orologio. Sono stato fortunato con gli allenatori”.

Sugli allenatori del Milan: “Ho iniziato con Liedholm, che amava i giovani e ho fatto il mio debutto con lui. Dopo di lui ho avuto Arrigo Sacchi e ho imparato tanto da lui. Capello è stato un mix di grandi allenatori e, infine, con il mio amico Ancelotti. Lui è un grande uomo e un grande allenatore. Sono stato allenato da mio papà in Under 21, al Mondiale ’98 e anche al Milan per qualche mese. È stato bello. I compagni più forti? Baresi e van Basten. Marco è stato il giocatore più completo con cui ho giocato. Poi ho giocato con Gullit, Kakà, Shevchenko. Messi è il mio giocatore preferito oggi. È unico e fa cose con il pallone che nessun’altro sa fare. Mi piace tantissimo vederlo giocatore, ma anche Cristiano Ronaldo è fortissimo”.

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