HANNO DETTO
Mancini: «Rimpiango i Mondiali del ’94. L’altra sera ho fatto un sogno e c’entrava l’Italia»
Mancini ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita in una lunga intervista, al centro, come sempre, il calcio e l’azzurro dell’Italia
Mancini, ha rilasciato una lunga intervista a Sport Week in cui ha parlato della sua vita. Le sue dichiarazioni:
PREGI E DIFETTI – «Penso che il mio più grande pregio sia l’onestà. Riconosco che a volte sono troppo sensibile, in certe situazioni avrei dovuto gestire meglio questo mio lato»
L’ULTIMA GIOIA – «La qualificazione alla Nations League. Anzi, niente calcio: direi la laurea di mia figlia Camilla»
CANZONI E FILM – «La mia canzone preferita è senza dubbio L’anno che verrà di Lucio dalla. Era il 1979, io avevo lasciato Jenny da poco. Avevo quasi 14 anni e ero andato via da casa per trasferirmi a Bologna da solo. Come film mi è sempre piaciuto molto Il nome della rosa»
TEMPO LIBERO – «Per rilassarmi oggi gioco a paddle, vado a correre o leggo un po’»
LE PAURE – «Le paure più grandi sono da anni ormai legate alla vita dei miei figli, anche se ora stanno diventando grandi, per me sono sempre giovani. E spero che possano vivere in un mondo migliore di quello che abbiamo ora»
RIMPIANTO – «Se devo dirne uno, quando ho rifiutato la convocazione per i Mondiali del 1994»
LEADERS – «Nello sport Michael Jordan e nel mondo l’ex Papa Woijtila»
PERSONE INFLUENTI – «Le persone più importanti della mia vita sono sicuramente i miei genitori: mi hanno insegnato tutto anche se sono andato via di casa presto. Mio padre Aldo è un uomo esemplare, mia madre Antonella mi ha insegnato il rispetto per gli altri, l’onestà e la semplicità»
MALATTIA – «Sono sempre stato molto fortunato. Ora posso fare il lavoro più bello del mondo e quando ero piccolo ho avuto la meningite e l’ho superata. Ricordo tutto del giorno in cui me la diagnosticarono, ci penso sempre. Era una malattia che in quegli anni provocava tantissimi morti»
ULTIMO SOGNO – «Ho sognato che l’Italia batteva il Brasile 1-0. Non so dove fossimo, ma non può essere l’Europeo…»