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Marchisio: «Il Milan la mia seconda squadra ma l’ho rifiutato due volte»
Marchisio netto e deciso come chi non ha più nulla da perdere, via i sassi dalle scarpe nei confronti della Juventus e qualche mea culpa
Marchisio, onesto, sincero ed ormai lontano dalla Juventus, anche se sempre vicino con il cuore. L’ex centrocampista bianconero, passato a inizio stagione allo Zenit San Pietroburgo, ha raccontato non senza rimpianti, i retroscena di un addio particolarmente sofferto, eppure inevitabile, per ragioni legate alle scelte societarie: «La Juve è stata più di due terzi della mia vita: ero un bambino, non immaginavo nemmeno che fosse possibile realizzare un sogno così. L’avventura era al capolinea, ma il mercato stava chiudendo e pensavo che sarei rimasto. La società ha deciso di rescindere, per me non è stato facile. Con il senno di poi si potrebbe dire: ci sono stati tanti infortuni a centrocampo, magari avrei avuto spazio. Ma sarebbe stato sbagliato rimanere, non avrei retto un altro anno come l’ultimo. Speravo in qualche possibilità in più, ma ho sempre messo il gruppo davanti al singolo».
IL RAPPORTO CON ALLEGRI- «Io ho dato tanto, ma anche la Juve mi ha dato tanto. Non ho rimpianti. Nel calcio, come nel lavoro e in amore, ci sono tanti modi per chiudere le storie. Alla fine mi considero fortunato per ciò che ho avuto. Ricordo quando firmai il primo contratto con Andrea Agnelli, erano anni in cui arrivavamo sempre settimi. Gli dissi: “Spero che tu non voglia essere uno dei pochi presidenti che non ha vinto nulla, così come io non voglio essere uno dei pochi juventini a non aver vinto nulla”. Allegri? Dopo l’infortunio aveva altre priorità. Io gli chiesi fiducia e continuità, ma lui ha fatto altre scelte».
IL MILAN SULLA SUA STRADA- «Ho rifiutato due volte il Milan, sono sempre arrivate tante offerte sia dall’estero che dall’Italia. Per me la squadra più importante oltre alla Juve è sempre stata il Milan, però non sarei mai andato in un altro club italiano»