HANNO DETTO

Marotta propone: «La Serie A va ridotta a 18 squadre, vi spiego il MOTIVO. Sul nuovo stadio e le commissioni degli agenti…»

Pubblicato

su

Il presidente dell’Inter propone un campionato di Serie A a 18 squadre, e interviene su diversi temi tra cui quello del nuovo stadio

Intervenuto sulle frequenze di Rai Radio 1 nel corso di Radio Anch’io Sport, Beppe Marotta, in qualità di presidente dell’Inter, ha espresso i propri pensieri in merito al nuovo format della Champions League e all’eventualità che la Serie A passi a 18 squadre. Dichiarazioni interessanti per tutto il campionato italiano e anche per il Milan, interessato anche al tema stadio.

MONDIALE PER CLUB E NUOVO FORMAT CHAMPIONS LEAGUE – «Le informazioni che abbiamo non sono molto concrete. Di sicuro questo Mondiale, accettato benissimo da noi perché motivo di grande orgoglio e una vetrina mondiale, rappresenta un sovraffollamento ulteriore dei calendari. Ci saranno più match nelle coppe internazionali, con un nuovo format in Champions League. Si potrebbero giocare fino a 17 gare, per cui il Mondiale è ulteriore motivo di valutazione».

SERIE A CON 18 SQUADRE – «Il calendario si comprime sempre di più, andrebbe rivisto ed è per questo che secondo me la Serie A andrebbe ridotta a 18 squadre. I carichi di lavoro attuali non sono più sostenibili e dobbiamo tutelare i nostri ragazzi perché il rischio di infortuni è veramente notevole. Basta pensare che, ad oggi, Barella ha giocato oltre 50 partite: con un’offerta eccessiva, penso che il calcio possa perdere di attrattività».

NUOVI FONDI – «Oggi ci sono dieci proprietà straniere in Serie A. Non c’è più il mecenatismo e meno male arrivano capitali stranieri perché altrimenti perderemmo competitività. E’ chiaro che investitori come Oaktree manifestano la volontà di mantenere continuità e stabilità di gestione con grande trasparenza, ma anche rigidità economico-finanziaria. Mi sembra giusto: no alle spese folli, sì alla valorizzazione dei giovani. Questo dev’essere il nostro motto».

SPESE FOLLI PER GLI AGENTI? – «Assolutamente sì, nella scorsa stagione abbiamo speso un miliardo di commissioni, sono soldi che finiscono fuori dal sistema. Capisco e rispetto la professione, ma spesso si assiste a situazioni non eccessivamente chiare e vanno quindi regolamentate, per quanto questi professionisti facciano ormai parte del movimento».

NUOVO STADIO – «Il problema degli stadi in Italia è notevole e sentito. Abbiamo grandi difficoltà per una lentezza burocratica, che porta a far sì che ci sia una fuga di potenziali investitori. Il problema è generale: gli stadi hanno un’età media di oltre 70 anni. Facciamo fatica a valorizzare l’asset come nel resto d’Europa. L’auspicio è che si trovi una collocazione definitiva. E’ un problema e un’esigenza. Abbiamo individuato la zona di Rozzano e abbiamo esteso il diritto di esclusiva e c’è poi la proposta del Comune di Milano sulla riqualificazione di San Siro. Adesso è un po’ prematuro».

L’OBIETTIVO DELLA PROSSIMA STAGIONE – «Non poniamo limiti. Siamo l’Inter, un club storico che ha vinto tanti trofei in tutte le competizioni. Il viatico da perseguire è essere competitivi sempre. La seconda stella è qualcosa di straordinario, abbiamo visto questa massa di tifosi festeggiare la squadra. Ancora una volta dimostra che l’Inter e il calcio siano fenomeni di grande aggregazione sociale».

L’INTERVISTA COMPLETA A MAROTTA.

Exit mobile version