2015

Mihajlovic: “Ecco i tre moduli che ho in mente”

Pubblicato

su

Queste le dichiarazioni di mister Sinisa Mihajlovic in conferenza stampa a Milanello alla vigilia di Torino-Milan:

“Siamo in una situazione dalla quale dobbiamo uscire, ci vuole carattere e convinzione. La settimana non ci ha aiutato, con gli impegni dei Nazionali, ma non ci sono alternative, cercheremo di preparare la partita nel miglior modo possibile. Non c’è un modulo che ti fa vincere o perdere le partite, in queste settimane ho letto tante cose, anche che la società mi avrebbe chiesto di cambiare modulo. Io parlo col presidente e con il signor Galliani ma le scelte tattiche e tecniche dipendono solo da me. In questo momento abbiamo bisogno di certezze e sicurezze, non abbiamo potuto lavorare perché mancavano 12 giocatori. Sappiamo dell’importanza della partita ma se non si va in campo con la voglia di vincere, con la fame e la concentrazione non c’è modulo che tenga. Abbiamo visto che con il modulo che abbiamo utilizzato sino ad ora ci sono stati dei problemi. Decideremo dopo per quanto riguarda il modulo. Siamo partiti con il 4-3-1-2 perché è nella storia del Milan ed è nel suo dna. Nel pre-campionato abbiamo dato delle risposte, in campionato non abbiamo trovato continuità. Per vincere, il Milan deve giocare da Milan. Il Torino fa un buon calcio ed è merito di Ventura, ha avuto la fortuna e il merito di stare in quella piazza per tanti anni e i risultati si vedono. Sappiamo cosa dobbiamo fare, speriamo di riuscire a farcela. A volte capita di fare male e prendere più gol, anche l’anno scorso con la Sampdoria e avevamo fatto un gran campionato. Il Torino sta bene e sta giocando bene ma se noi giochiamo come sappiamo dobbiamo preoccuparci solo di noi. Quando sei l’allenatore del Milan non puoi invidiare nessuno, so che è diverso lavorare in una grande società rispetto ad un’altra e che in un grande club hai meno tempo. Se qualcuno pensa che io abbia mollato vuol dire che non mi conosce, io non mollo mai, vado avanti per la mia strada, sereno e so che con la mia squadra usciremo da questa situazione. Penso che i miei giocatori quando sono andati in campo hanno sempre cercato di fare bene. Emotivamente siamo un po’ deboli, è vero. Nel primo tempo contro il Napoli però la partita è stata equilibrata. A Genova in 10, se non avessimo avuto grinta, non avremmo fatto un secondo tempo come quello che abbiamo giocato. Non bisogna perdere fiducia, bisogna continuare a lavorare. In questi momenti non bisogna leggere i giornali, bisogna lavorare di più. Mancini ha avuto la fortuna di lavorare in Inghilterra e sa che le cose si giudicano in un’altra maniera, non c’è magari la pressione che c’è qui. Ma a me piace anche questa esagerazione in tutto, noi allenatori siamo giudicati in base ai risultati, non si guarda come lavora ma solo ai risultati e se ci sono sei il più bravo di tutti. Bisogna convivere con questa situazione sapendo che in Italia è così e questo per me non è un problema. Ho smesso di allenare in Nazionale perché mi piace la pressione di ogni settimana e anche da giocatore ho sempre gestito bene questa pressione. Non mi piacciono le cose piatte invece. Gli infortuni fanno parte del nostro lavoro, Balotelli è alle prese con la pubalgia e non è ancora pronto. Mi auguro possa rientrare in gruppo lunedì. Non penso che qui manchi la voglia, sono convinto che la squadra vada in campo per dare il massimo. Uno può avere un carattere più o meno tosto ed è anche difficile trasmettere carattere. Io guardo i ragazzi tutti i giorni e lavorano bene. Pensavo di poter risolvere questi problemi più in fretta, probabilmente ci vuole più tempo ma li risolveremo e non ho dubbi. Può capitare durante il corso di una partita di cambiare modulo, lo abbiamo fatto a Udine facendo il 4-4-2, abbiamo vinto e abbiamo fatto bene. Ci abbiamo provato anche con il Napoli ma abbiamo perso. Si valuta il risultato, non quello che abbiamo provato. Possiamo fare il 4-3-1-2 con cui siamo partiti, possiamo fare il 4-4-2 o il 4-3-3, sono moduli diversi, più o meno offensivi. Ci sono diverse soluzioni che si possono attuare. Non sono d’accordo sul fatto che non ci sia mai stata una reazione da parte della squadra. A Firenze potevamo fare meglio, con l’Inter abbiamo creato più noi di loro anche dopo aver subito il gol. Col Genoa, con un uomo in meno, abbiamo avuto 3-4 occasioni da gol. I tentativi ci sono stati poi non siamo stati fortunati, non siamo riusciti a concretizzare. Noi siamo la quarta squadra per meno occasioni subite, poi però magari prendiamo un tiro in porta e un gol. Non bisogna vedere la distanza totale ma l’intensità della corsa, la potenza della corsa. Quei dati sulla corsa della squadra non tiene in considerazione che due partite le abbiamo giocate in 10 per esempio. Al Milan hanno considerato 6 partite mentre alle altre squadre 7. Poi ripeto, la distanza totale non è un dato da tenere in considerazione. La mia avventura al Milan la definirei stimolante. Io non ho nulla da chiarire con Honda, io con lui parlo di tattica e di questioni tecniche. Le altre questioni riguardano la società”.

Exit mobile version