Mihajlovic: "Non mi fa paura dire l'obiettivo del Milan per quest'anno" - Milan News 24
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2015

Mihajlovic: “Non mi fa paura dire l’obiettivo del Milan per quest’anno”

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In un’intervista a Tuttosport, il tecnico rossonero Sinisa Mihajlovic ha parlato dei metodi di lavoro e delle regole impartiti dal suo approdo a MilanelloAbbiamo cambiato un po’ di giocatori, sistema di lavoro e modulo di gioco. Questo significa, in un solo concetto, ripartire da zero. Ci stiamo allenando bene, pian piano tutti i tasselli stanno andando al loro posto, ci mancano ancora uno o al massimo due giocatori per poter dire di essere completi. Quello che già si sta vedendo nelle amichevoli ci fa capire che la strada intrapresa è quella giusta e che quando cominceranno le partite che contano, saremo pronti. Siamo tra i favoriti? Queste cose non mi mettono pressione. Al massimo possono responsabilizzarmi, ma io sono fatto così: più mi dicono che siamo bravi, più tiro fuori il meglio di me. Non ho paura di prendermi rischi, di affrontare certe sfide. Vivo per vincerle. Non mi fa paura dire che il Milan quest’anno ha l’obiettivo di tornare fra le prime tre. Perché è così che possiamo riuscire a raggiungerlo”.

Sull’importanza di consultarsi con lo staff: “Un allenatore, più cose sa fare, meglio è. Ma non ho la presunzione di sapere più e meglio di tutti, su tutto. Avere un grande staff è importante e migliora il tuo lavoro. Alcuni allenatori sono troppo presuntuosi per accettare questo. Ma i benefici sono enormi. Poi è chiaro che io sono il capo e decido cosa si fa e come si fa. Voglio che i miei giocatori sappiano in ogni situazione quello che devono fare e che ognuno se ne assuma la responsabilità. Io non mi arrabbio per un gol mancato o un passaggio sbagliato. Ma se non si fa quello che abbiamo deciso a livello tattico, allora sì che mi incazzo. Cerchiamo di spiegare tutto per bene, con i nostri principi di gioco. Perché il 70-80% deve essere l’imposizione della nostra tattica. E solo il 20% un adeguamento al gioco degli avversari. Il Milan, quando trova una squadra più forte, deve seguire i suoi principi. È l’atteggiamento mentale che non accetto sia sbagliato: mai perdere la testa, mai finire in balia del gioco altrui. Sempre dare l’impressione di giocare per vincere”.

Sulla fiducia e rispetto reciproci: “Il compito più difficile è sistemare la testa. Sennò in campo non ottieni nulla. Quindi far ritrovare loro la fiducia, la voglia, ricordando che sono giocatori del Milan. E, quindi, sono obbligati a dare sempre il massimo. Il talento non può fare a meno delle regole. Con l’allenatore nuovo, tutti vogliono farsi vedere e c’è grande intensità in campo. Poi, però, bisognerà vedere più avanti, quando dovrò fare delle scelte e qualcuno rimarrà fuori. Ecco, dovrà sentirsi determinante anche nei 10-15 minuti che gli concederò. Non importa quanto giochi ma come giochi. Cerco lealtà e rispetto, devo essere il primo a doverglieli dare. Ho già detto a tutti che la mia porta è aperta sempre, per qualsiasi spiegazione. A volte chiamerò io, a volte loro. Ma devono capire che non guardo in faccia nessuno. Guardo il campo, guardo l’allenamento, guardo chi è affidabile e chi non lo è. Per decidere chi schierare, non guardo il nome. Il comportamento è una selezione naturale”.

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