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Milan ai cinesi: si chiude la magica epopea di Berlusconi

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La cessione del Milan ai cinesi mette la parola fine all’epopea di Silvio Berlusconi, un’epopea magica visti i successi che sono venuti alla luce in questi 30 anni.

Correva il lontano anno 1986 quando Berlusconi comprava un club sull’orlo del fallimento a causa della precedente presidenza di Giussy Farina. Le mosse decisive del Cavaliere furono quelle di affidare la guida della squadra a due tecnici di secondo piano come Arrigo Sacchi e Fabio Capello: il primo, proveniente dal Parma, diede inizio ad una cavalcata unica con la vittoria dell’undicesimo scudetto in quel di Como nel 1988; da lì seguirono altri trofei, in primis intercontinentali come le 2 Champions vinte ai danni di Steaua Bucarest e Benfica e le 2 Coppe Intercontinentali sollevate contro Nacional Medellin ed Olimpia Asuncion. Ciclo degli Immortali a cui è seguito quello degli Invincibili di Capello, stimato manager dell’entourage del presidente che ha semplicemente continuato sulla scia di Sacchi vincendo 4 scudetti in 5 anni e liquidando il Barcellona nella storica finale di Atene del 1994.

Non solo gli allenatori ma anche i giocatori perchè sono questi ultimi a scendere in campo. Durante la sua trentennale gestione, Berlusconi è sempre stato affascinato dall’avere nella sua rosa i più grandi top player in circolazione. Il trio degli olandesi, Marco Van Basten, Ruud Gullit, Frank Rijkaard, George Weah, Carlo Ancelotti, Daniele Massaro, Zvonimir Boban, Dejan Savicevic e Roberto Baggio furono alcuni dei nomi più gettonati, approdati in rossonero grazie ad una lungimiranza dirigenziale senza eguali, tale da fare del Milan il club più forte ed invidiato del mondo per i campioni che andava sfoggiando, senza naturalmente dimenticare le bandiere concepite in “casa” quali Franco Baresi, Paolo Maldini e Alessandro Costacurta. Non sono mancati di certo i momenti di buio, due stagioni anonime nel 1997 e nel 1998, archiviati presto poichè di lì a poco stava nascendo il Ciclo dei Meravigliosi di Ancelotti.

Grande pregio di quest’epopea è stato il saper rialzarsi egregiamente dopo ogni caduta in basso. Sotto la guida di Ancelotti spiccano fuoriclasse tipo Alessandro Nesta, Gennaro Gattuso, Andrea Pirlo, Massimo Ambrosini, Clarence Seedorf, Ricardo Kakà, Andriy Shevchenko e Filippo Inzaghi e di conseguenza arrivano altre 2 Champions contro Juventus e Liverpool, 1 Coppa Italia, 1 scudetto, 2 Supercoppe europee, 1 Supercoppa italiana, ed 1 Mondiale per club davanti ad un avversario di spessore chiamato Boca Juniors. I Meravigliosi salutano il club nel 2012 quando Massimiliano Allegri aveva già rilevato Ancelotti in panchina: gli ultimi due trofei sono stati lo scudetto di Roma e la Supercoppa italiana di Pechino nel 2011 dopodichè altri tre anni di buio, similmente alle due suddette di fine anni ’90; segno evidente che Berlusconi aveva ormai fatto il suo tempo ed era arrivato il momento di vendere.

Una nuova epopea si apre adesso con l’ingresso della cordata cinese. Il Milan deve rivincere tutto.

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