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Milan, cambio di modulo: utile solo con i nuovi acquisti
Milan alle prese con la ricerca di una vera identità di gioco, i segnali di Udine preoccupano ed inducono Giampaolo a cambiare qualcosa
Milan, ricomincia il valzer dei moduli, un ritornello ormai a memoria da due anni a questa parte, per molti una possibilità, per altri una preoccupazione dovuta alla mancanza di idee. La sconfitta sul campo dell’Udinese ha evidenziato tutti i problemi di una manovra che ha prodotto zero tiri nello specchio della porta ma nessuna sorpresa: scena già vista in quasi tutti i match pre campionato. Segnali sicuramente preoccupanti per Giampaolo che al termine del match ha annunciato un immediato cambio tattico o è quello che ha voluto fa intendere.
NOVANTA MINUTI PER CAMBIARE IDEA- Novanta minuti di gara per cambiare idea e rendersi conto che forse così si produce ben poco. Dopo il pesante ko di Udine, lo stesso Giampaolo ha annunciato di voler abbandonare il suo 4-3-1-2, per tornare al 4-3-3 di Gattuso. Va bene ma, gli interpreti? La domanda che oggi tutti si fanno è: con quale squadra? Magari avrebbe più senso giocarsi le carte dei nuovi acquisti e provare si con un 4-3-3 con Piatek unica punta.
GIAMPAOLO IN CONFERENZA- «È emersa una difficoltà nell’interpretare le cose che chiedo loro, per caratteristiche dei giocatori. Bisogna capire su quali dinamiche bisogna spostarsi meglio. Bisogna mettere gli attaccanti, soprattutto Piatek, nelle condizioni migliori. Probabilmente da solo gioca meglio. Dobbiamo cambiare qualcosa là davanti. So quelli che sono gli sviluppi offensivi di una squadra che deve andare in verticale. Mi immagino già che cosa si deve fare. Devo spostare qualcosa».
QUALCOSA DI BUONO- Malgrado tutto, difesa alta e buon possesso palla per tutto il primo tempo, nella ripresa il calo di ritmo favorisce la squadra di Tudor che viene fuori alla grande, oltre a difendersi senza particolari difficoltà. Ed è proprio questo che è emerso dal Milan di questi tempi che poi è lo stesso dell’anno scorso: una squadra incapace di creare una superiorità fisica e tecnica tale da mettere in difficoltà gli avversari, i quali a loro volta si trovano nella posizione di gestire senza troppi problemi gli attacchi sterili di una squadra che avrebbe in panchina alternative interessanti.