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Milan, ecco i due motivi dell’addio a Fassone
Il nuovo Milan è ufficialmente sbocciato: nel cda di ieri sono state prese le prime decisioni della nuova proprietà. Deposto Fassone, Scaroni nominato presidente e amministratore delegato. Ecco i motivi dell’addio al dirigente ex Inter
Il nuovo Milan sta partendo, ma senza Fassone. Nel cda di ieri è infatti stata comunicata da Elliott l’intenzione di deporre dal suo ruolo l’ormai ex amministratore delegato rossonero con effetto immediato. Ma quali sono i motivi di questa improvvisa separazione? Secondo la Gazzetta dello Sport sono state due le cause di questo burrascoso addio. Il primo, citato testualmente dal comunicato di Elliott: «Le modalità con cui l’a.d. ha gestito, comunicato e modificato i contratti regolanti i propri rapporti con la società». Il secondo: «Le responsabilità dell’a.d. nella predisposizione dei piani e dei documenti previsionali rispetto alla struttura concernente il mercato cinese». Perciò sarebbe attualmente in corso da parte della società «ulteriori approfondimenti sulla base dei quali si riserva ogni ulteriore valutazione circa la tutela dei diritti e interessi legittimi propri e della società».
Il secondo punto riguarderebbe l’eccessiva fiducia e le proiezioni eccessive da parte di Fassone nei confronti dei proventi commerciali cinesi. Per quanto concerne il primo punto esso riguarderebbe un rinnovo contrattuale (fino al 2021) effettuato da Fassone in tempi recenti con cospicuo adeguamento di stipendio, motivo per cui Elliott dunque non ha voluto riconoscere a Fassone una buonuscita legata al nuovo status contrattuale dell’ex ad, ottenuto appunto con modalità che hanno compromesso «il rapporto fiduciario». Dato il complicato scenario non sono da escludere possibili risvolti legali, esattamente come sta già succedendo con Yonghong Li.