HANNO DETTO
Milan Juve, Vocalelli infamma il big match: «E’ la partita di Leao e Vlahovic, eterni incompiuti e tormenti di tifoserie e allenatori»
Milan Juve, Vocalelli infamma il big match alla Gazzetta dello Sport: le dichiarazioni sugli “eterni incompiuti” Leao e Vlahovic
Il giornalista Alessandro Vocalelli alla Gazzetta dello Sport ha fatto un’analisi su Milan Juve, big match che si disputerà tra una settimana esatta.
VOCALELLI – «Sapete chi è il giocatore che guadagna di più al Milan? Rafa Leao, con sette milioni netti. Dietro ci sono Abraham e Morata, che sfiorano i cinque. Sapete invece chi è il giocatore della Juve che guadagna di più? La risposta è ancora più facile, perché se n’è parlato tanto. Si è parlato tanto dei 12 (sì, dodici!) milioni con cui Vlahovic guida anche la classifica assoluta della Serie A. Ora, con queste premesse, se uno sbarcasse da Marte direbbe che stiamo parlando di due calciatori indiscutibili, punti di riferimento inamovibili.
Poi però torni sulla Terra, nel mondo del calcio, e scopri che Leao e Vlahovic sono invece i
tormenti di due grandi tifoserie e di due allenatori. Perché anche loro, Fonseca e Thiago Motta, stanno facendo di tutto per pungolarli, accarezzarli, sferzarli, come fossero ragazzi alle prime armi. Così Leao è finito addirittura nell’occhio del ciclone, messo fuori una, due, tre volte. Sapete quante partite intere ha giocato finora in campionato? Tre, soltanto tre: con Torino, Parma e Lecce. Che per essere il calciatore più pagato non è proprio una cosa normale. Meglio è andata a Vlahovic, è verissimo, ma con risvolti analoghi. Perché tu pensi: è il calciatore più
pagato, è l’unico centravanti di cui dispone Thiago Motta, e allora il problema sarà quello
di averlo sottoposto a un tour de force. E invece no. Per ben cinque volte Vlahovic è stato
sostituito. Per scelta tecnica come è successo nell’intervallo del big match con il Napoli.
Insomma, anche se manca una settimana a Milan-Juve, non c’è dubbio che il tema della partita si intrecci con il derby tra i due più famosi “incompiuti” del campionato. Perché sabato a San Siro i rossoneri si giocheranno una delle ultime occasioni per rientrare nel giro scudetto. E se
per la Juve il discorso è diverso dal punto di vista della classifica, c’è però un aspetto quasi psicologico. La Juve, che ha battuto solo nel finale una Lazio in dieci, ha pareggiato in casa con Napoli e Roma, a San Siro con l’Inter, e ha bisogno di un risultato convincente per uscire dagli
alti e bassi di questa prima parte di stagione.
Ora insomma tocca a loro, a Leao e Vlahovic, due potenziali campioni, che tra l’altro non hanno più l’età – oltre all’ingaggio – per essere rappresentati come eterne promesse. Tra un mese e mezzo, infatti, Vlahovic compirà 25 anni, mentre Leao ha già avuto modo di festeggiarli a giugno. Insomma, non è il caso di considerarli calciatori in formazione: se pensiamo, ad esempio, che Bellingham a 21 anni è già salito sul podio del Pallone d’oro. Certo, conta moltissimo il contesto e non c’è dubbio che non esistano calciatori in grado di vincere da soli. Ma non è questo che si chiede a Leao e Vlahovic. Molto più semplicemente, gli si chiede di
ripagare chi ha investito, non solo economicamente ma anche emotivamente, su di loro. È per questo che Milan- Juve è soprattutto la “loro” partita. Liedholm aveva un sistema per stroncare o lanciare un calciatore. Nel primo caso diceva così: bravo ma lento. Nel secondo, lento ma bravo. Ecco, Leao e Vlahovic hanno l’occasione – alla ripresa del campionato – di mettersi alle spalle l’etichetta di eterni incompiuti. Perché, al di là dei giochi di parole, da loro e da Milan-Juve passa un pezzo di futuro e di scudetto».