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Milan, le pagelle della stagione 2018/2019: Gigio top, Piatek la sorpresa

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Pagelle del Milan 2018/2019, ecco i voti stagionali ai giocatori rossoneri e a Gennaro Gattuso. Tante insufficienze…

Donnarumma 8 – Salva il Milan in diverse occasioni, come nel girone d’andata contro Torino, Spal o al ritorno contro Roma, Genoa, Bologna e Frosinone. Le poche incertezze (leggi sfida di Marassi con la Samp) non cancellano una stagione strepitosa.

Reina 7 – Uomo spogliatoio e portiere di straordinaria sicurezza. Accetta di fare il secondo di Gigio e si fa trovare pronto quando viene chiamato in causa.

Calabria 6 – Importanti passi in avanti in fase difensiva, dietro ormai è una garanzia anche grazie al lavoro di Gattuso. Male in avanti, soprattutto quando c’è da mettere palloni per Piatek.

Musacchio 6 – Contribuisce al filotto di risultati positivi formando una coppia affiatata con Romagnoli. Decisamente meglio rispetto allo scorso anno.

Romagnoli 6.5 – Gli errori nel derby di ritorno lo tormenteranno a lungo, però il capitano ha dimostrato sempre di essere sul pezzo anche da leader di un gruppo di giovani. Sarà fondamentale per la rinascita del Milan.

Caldara sv

Rodriguez 5 – A parte un breve periodo tra gennaio e marzo, lo svizzero è apparso opaco e distratto in marcatura. Ci si aspettava di più, anche se Gattuso lo ha spesso obbligato a giocare basso.

Conti 5.5 – Ha l’alibi di essere stato per lungo tempo lontano dal campo. Bene in poche situazioni – ricordiamo Genoa e Samp in Coppa Italia – poi soltanto spezzoni con molte lacune.

Laxalt 4 – Strapagato in estate, merita i complimenti solo per la prestazione contro il Napoli. Il resto…un disastro condito dal gol regalato alla Juve.

Abate / Zapata 6 – Una sufficienza meritata per tutti e due. Prestazioni di sostanza, poche parole e tanti complimenti dalla stampa e dai tifosi.

Bakayoko 6 – Trascina la carretta per tutto il 2019, ma pesano le sue “cassanate” che destabilizzano l’ambiente e rompono l’unità del gruppo.

Biglia 5.5 – Se Gattuso non lo ha fatto giocare forse qualche motivo c’è. L’argentino non è mai riuscito a prendersi le chiavi del centrocampo.

Kessie 5 – Il giocatore dell’Atalanta è un lontano ricordo. Mai concreto in area avversaria, colleziona palloni sparati in curva. Indisciplinato nel derby, eppure necessario in alcuni frangenti della stagione.

Suso 5 – Non bastano le ultime giocate nel mese di maggio. È una delle grandi delusioni, assente ingiustificato per tre mesi.

Paquetà 6 – Entra subito negli schemi rossoneri, si adatta in un ruolo non suo e trova anche il gol. Poi si perde per strada con il passare delle settimane e si fa anche squalificare per tre giornate.

Calhanoglu 5 – Vale lo stesso discorso fatto per Suso. Bene nell’ultima parte di stagione (come l’anno scorso), ma per larghi tratti del campionato mostra notevoli limiti tecnici e tattici.

Montolivo / Bertolacci / Mauri sv

Castillejo 5 – Non bastano i match contro Sassuolo, Empoli e Parma per salvare un’annata con più bassi che alti. Lo spagnolo non spacca mai la partita e da subentrante fa poco o niente. Per la cronaca…è stato pagato 25 milioni di euro.

Piatek 7 – Arriva al Milan e segna a raffica. Anche quando gli arriva mezzo pallone a partita e la squadra ha un gioco offensivo al livello dei dilettanti.

Cutrone 6 – È l’unico giocatore che può cambiare le partite partendo dalla panchina. Cuore, grinta e corsa che molte volte hanno rivitalizzato i compagni.

Borini 6 – Un soldatino che esegue alla perfezioni gli ordini ricevuti. Quest’anno ci aggiunge qualche gol in più e una leadership non emersa in passato.

All. Gattuso 5 – Totale assenza di gioco per gran parte della stagione. La squadra esce malamente dall’Europa League in un girone con Dudelange, Betis e Olympiakos. Ringhio manca anche la finale di Coppa Italia (ampiamente alla portata dei rossoneri) e la qualificazione in Champions League. La rosa non è un fucina di talenti – va ammesso – ma la tattica difensivista non sempre può pagare. Da matita rossa le partite preparate male contro l’Inter (vi ricordare la posizione di Vecino?), l’atteggiamento rinunciatario (pareggite contro Bologna, Empoli, Frosinone, Torino e Fiorentina all’andata) e l’ostinazione nel riproporre sempre gli stessi concetti. Nel finale di stagione pessima gestione della comunicazione con la società, i giocatori e la stampa.

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