A questo Milan serve un modulo e un centrocampista

Tanti i problemi di modulo dei rossoneri in questo inizio di stagione. Andiamo a scoprire come si possono risolvere

Nella seconda metà di agosto le voci di mercato intorno ai rossoneri rigurdavano principalmente l’acquisto di un attaccante. Diego Costa (poi finito all’Atletico Madrid come preventivato), Andrea Belotti, Pierre-Emerick Aubameyang. Arrivò Nikola Kalinic tra la diffidenza, ingiustificata, generale dell’ambiente milanista.

In realtà, proprio l’attacco è il reparto che sta fornendo maggiori garanzie. In campionato i gol realizzati sono 10, quasi due a partita, poco meno di Inter e Roma. In Europa League il Milan ha messo a segno già 15 reti in 5 partite con due grandi goleade. I tre centravanti hanno quasi sempre meritato la sufficienza: non vi sono margini di bocciatura al momento per Kalinic, Cutrone e André Silva che hanno dimostrato impegno e marcature. Lo stesso Suso, un po’ spaesato nel ruolo di seconda punta, ha trascinato la squadra nelle prime giornate di campionato.

IL PROBLEMA? – Il problema è il centrocampo. Kessie è troppo impreciso e, rigori a parte, non ha ancora trovato il gol. Biglia è un metodista e non ha nelle corde gli inserimenti. Il terzo di centrocampo semplicemente non esiste, dato che in rosa non c’è un’altra mezzala di ruolo oltre all’ivoriano. Bonaventura, Calhanoglu e Montolivo hanno fallito in quella posizione. La linea mediana non fa filtro e la difesa, ancora in fase di assemblamento (per moduli e uomini), non trova le misure giuste a causa dei continui cambi tattici.

CHIAREZZA – Vincenzo Montella deve trovare al più presto la soluzione. Se è convinto delle proprie idee deve tornare al tridente d’attacco per far rendere al massimo Bonaventura e Suso. Ciò, tra l’altro, non esclude necessariamente la difesa a tre con un classico 3-4-3. In attesa che a gennaio possa arrivare un centrocampista tuttofare per fare l’interno di sinistra, il tecnico deve chiarire la posizione di Suso, Calhanoglu, Bonaventura; deve decidere definitivamente quanti uomini giocano in difesa; deve escludere dai titolari i giocatori non ritenuti affidabili. Anche perché non c’è tempo. E l’ombra di Conte si avvicina (leggi qui).