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Milan, Montella: «Non c’è stata pazienza, meritavo più tempo»

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Esonerato anche dal Siviglia, l’ex allenatore rossonero Vincenzo Montella è tornato a parlare della sua esperienza a Milanello: tra le ingiustizie subite e il rapporto con Gattuso, ecco le sue dichiarazioni

Vincenzo Montella è tornato a parlare, ai microfoni della Gazzetta dello Sport, del suo passato, in particolare della sua parentesi al Milan e dell’esonero subito: «Io vittima? Sicuramente. A volte con una cattiveria non necessaria. Esonero? Ovvio che ci sia rimasto male. Era iniziato un progetto ed è stato interrotto in maniera poco giusta. Dove c’è un cambio di società e una rivoluzione di calciatori – noi avevamo più di 10 nuovi e di tante nazionalità – di cui solo uno con una storia da Champions (Bonucci, ndr). La società non ha avuto pazienza. Credo invece che avrei meritato un po’ di tempo in più»

SUL RAPPORTO CON GATTUSO – «Avrei preso anche io quella opportunità. Prima del mio esonero mi diceva sempre: ‘Non dire che è una squadra forte perché non è così’. In effetti si erano create delle aspettative troppo alte, anche se la rosa non è sopravvalutata. È giovane, può crescere. L’obiettivo era la Champions e io ho cavalcato le aspettative. Certo, vederla fuori dalle Coppe è clamoroso. Non ne avevo mai avuto la sensazione, Penso che anche per l’Uefa sia stata una scelta dolorosa, perciò avranno avuto le loro motivazioni»

SUL PASSATO IN GIALLOROSSO – «Con Franco Baldini non ho avuto problemi, mentre con Sabatini ci sono stati screzi durati fino a un chiarimento. Motivi? Vari. Avevo dato le mie condizioni. Mi sembrava giusto. Se diventi l’allenatore della Roma, devi essere rispettato a priori. Se non ti senti così, meglio non fare niente. Ma nessun rimpianto. La Roma è rimasta qualcosa d’incompiuto. Chissà, sono ancora giovane»

ERRORI E RIMPIANTI – «Ne ho fatti, ma vanno sempre contestualizzati. Perciò rifarei tutto, anche andare alla Sampdoria o al Siviglia. In Spagna, ad esempio, abbiamo fatto benissimo in Champions e in Coppa del Re, pagando però nella Liga. Io ho una placida follia, perciò non mi reputo particolarmente fortunato. Forse dovevo essere più folle nella comunicazione col Milan. Avrei dovuto farla diversamente, invece ho seguito la società»

SULLE CRITICHE DEI SUOI EX CALCIATORI – «Io sono stato calciatore. A volte si cercano alibi per motivare le proprie scarse prestazioni. Ai miei tempi, invece, la vivevo sempre come una sconfitta e quindi pensavo di dover fare qualcosa in più».

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