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Milan, primi dubbi sul potenziale effettivo: vera svolta? Il sesto posto
Dopo 17 gare di campionato il Milan presenta molte difficoltà nonostante il cambio tecnico in panchina, ecco spiegata la motivazione
La situazione del Milan agli occhi dell’opinione pubblica si è palesata ormai nella sua forma peggiore, parliamo ovviamente del campionato dove i deficit sono maggiori rispetto alle altre competizioni. L’equazione 200 milioni di euro uguale giocatori da Champions pare non reggere più, iniziano a concretizzarsi i primi dubbi relativi al vero valore dei giocatori acquistati che in caso di conferma renderebbero chiari ed evidenti gli errori di mercato.
A lanciare questa sorta dio provocazione, se così la vogliamo chiamare è Mario Sconcerti intervenuto a TMW Radio durante il ‘Night Show’ per parlare del prossimo turno di campionato. Una provocazione che non manca di un fondo di verità date le 17 gare viste fino ad ora: «Il campionato dei rossoneri non ha bisogno di svolte. Il Milan è questo: è la sesta squadra italiana, se dovesse arrivare sesto posto farebbe solo il suo. Non sarà la gara della svolta, ma resta comunque una gara importante. L’Atalanta è davvero una bella squadra, ha giocato ogni 3 giorni ed ha mantenuto elevato il tasso di aggressività. Mi aspetto una flessione, ma Gasperini è l’unico che riesce a garantire sempre il risultato».
NESSUNA SVOLTA- Secondo Sconcerti dunque il Milan è una squadra da sesto posto a prescindere, esattamente come lo era l’anno scorso quando Montella fu osannato dai più, per aver portato la squadra in Europa League, nonostante una formazione con molti limiti. Quest’anno però ci sono in ballo tanti soldi investiti e dunque nessuno vorrebbe rinunciare al sogno di vedere il Milan raggiungere gli obbiettivi prefissati anche se la squadra non è in grado di farlo. Forse se cominciassimo davvero a pensare che il Milan è una squadra da Europa League, anche per Gattuso il carico si alleggerirebbe e potrebbe così lavorare con più serenità.
IL DERBY- Se il Milan dovesse vincere il derby ed accedere alle semifinali di Coppa Italia, allora questo discorso verrebbe improvvisamente meno in quanto tornerebbe vigente quella spinta emotiva da credere nuovamente nell’impresa Champions che, peraltro, potrebbe arrivare vincendo l’Europa League, fosse facile.