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2014

Milan: prova il 3-5-2!

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Ormai da qualche tempo il Milan non riesce a trovare un equilibrio tattico, cambia spesso modulo, cambia spesso interpreti e soprattutto non si comprende se sia una squadra da primi posti o da metà classifica. Alterna, infatti, prestazioni da nove in pagella a prestazioni da dilettanti. I motivi possono ricercarsi in vari ambiti, nel nuovo allenatore, in una squadra “giovane” o nelle campagne acquisti sempre più limitate ma il Milan è giunto solo ora ai piedi della salita. Le altre squadre ormai hanno avuto modo di osservare il team di Inzaghi e utilizzano le giuste contromisure. E mentre ad inizio stagione si poteva sfruttare l’alibi del “vince ma non convince”, in questo momento, anche i risultati scarseggiano. Ma se la soluzione fosse il 3-5-2?

Il 3-5-2. Questo modulo che in Europa poche compagini possono permettersi (vedi Bayern Monaco) ha fatto la fortuna di molti in Italia. Permette, infatti, di avere una squadra compatta in entrambe le fasi di gioco e la possibilità di costruire azioni pericolose anche non avendo particolari qualità. Walter Mazzarri, seppur ora in grosse difficoltà, ai tempi di Napoli faceva “cantare” la squadra. Un gioco frizzante e veloce che ha messo in difficoltà tutte le big italiane. Antonio Conte ha vinto tre scudetti rivitalizzando tre difensori che in qualsiasi altra squadra avrebbero fatto da spola tra panchina e tribuna, ha reso una squadra con pochissime qualità la più forte della serie A ed il gioco proposto era piuttosto piacevole agli occhi dei tifosi.

Il milan versione 3-5-2. Basandoci sulla prima Juventus di Conte (quella che ha vinto con Matri, Giaccherini, De Ceglie, Estigarribia e Pazienza) partiamo dai tre difensori centrali che non possono non essere Alex, Zapata e Rami. Il brasiliano, con tutta la sua esperienza non avrebbe problemi ad adattarsi, il colombiano ha dimostrato durante gli ultimi mondiali di essere più a suo agio in una fase difensiva a cinque, quindi, l’unico problema potrebbe essere il francese. I due esterni di centrocampo, Abate e De Sciglio, farebbero i salti di gioia sia per le minori responsabilità difensive sia per le maggiori chance di essere convocati nel 3-5-2 della Nazionale di Conte. Inoltre, si potrebbe sfruttare il jolly Armero che tanto bene aveva fatto a Udine sula corsia di sinistra. Il centrocampo più folto renderebbe più facili gli inserimenti offensivi di Poli o Bonaventura (nelle veci dell’instancabile tutto fare Giaccherini) che con De Jong e Montolivo formerebbero il “trittico” centrale. In avanti, in base alla difesa avversaria, spazio a due fra Menez, El Shaarawy e Torres.

Il grande escluso. Uno dei giocatori che soffrirebbe maggiormente il cambio di modulo è Honda. Il nipponico che sta dimostrando di essere tra i più in forma a Milanello, dovrebbe snaturare completamente il suo gioco per rientrare tra i titolari, adattandosi a centrale di centrocampo o a seconda punta. Una possibile soluzione al problema sarebbe un 3-4-3 spregiudicato che piacerebbe non poco al presidente Berlusconi, ma si rischierebbe in alcuni match imbarcate storiche. Con le difese sempre molto basse e improntate al contropiede, non sarebbe anomalo vedere risultati tennistici a fine partita. Honda, dunque, offre spunti di riflessione interessanti. Inzaghi, quindi, dovrà porsi una domanda, “Meglio un morto oggi o una squadra di feriti domani?” Ai posteri l’ardua sentenza.

 

 

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