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Milan Roma, Sacchi: «In queste gare devi avere dominio del gioco»

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Arrigo Sacchi ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport del match di stasera tra Milan e Roma. Le sue dichiarazioni

Arrigo Sacchi ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport del match di stasera tra Milan e Roma. Le dichiarazioni dell’ex allenatore rossonero.

COME SI AFFRONTANO QUESTE GARE – «Queste sono partite nelle quali devi avere il dominio del gioco. Se hai il dominio, cresce l’autostima e crolla quella dei tuoi rivali. E poi è necessario che il ritmo sia sempre molto alto.»

CHE SFIDA SARÀ – «Una squadra prevalentemente tattica, la Roma, contro un collettivo, il Milan. Se i rossoneri dimostrano di essere davvero un collettivo organizzato, avranno sempre più uomini nella zona della palla. E avranno il dominio: un vantaggio non da poco

COME SI AFFRONTA LA ROMA – «I giallorossi puntano sulla forza, sul contropiede e sul singolo. Per metterli in difficoltà bisogna essere più squadra di loro. Mourinho li schiera con tre centrali e due esterni, quindi hanno cinque giocatori difensivi. Ciò significa che il Milan, con un centravanti e due ali, avrà superiorità in mezzo al campo. L’importante è che la squadra sia racchiusa in venti-venticinque metri al massimo, così privilegiano la sinergia, la comunicazione e collaborazione tra i reparti»

IN FASE DI NON POSSESSO – «Pressing, pressing, pressing. Sempre i tempi e le distanze giusti. Non esiste altra medicina. L’importante è non far giocare la Roma liberamente. Fondamentale, però, quando si attacca, prestare sempre attenzione ai posizionamenti: se si perde il pallone, non si può concedere loro il contropiede, perché sono rapidi e hanno elementi pericolosi come Dybala che può sempre inventare qualcosa. Il trucco è imporre il proprio gioco anche quando il pallone ce l’ha la Roma.»

COME IMPORRE IL GIOCO – «Con il pressing, appunto. I ragazzi di Pioli devono essere bravi a muoversi per far sì che il pallone vada dove desiderano loro, ad esempio sull’esterno che è una zona più facile da controllare. In questo modo si toglie sicurezza all’avversario ed è più facile recuperare la sfera. Certo, sarà fondamentale il lavoro dei tre attaccanti che avranno il compito di alzarsi in pressing e di indirizzare il gioco dei difensori della Roma

PERICOLI – «Dal contropiede e dalle palle inattive. La Roma non è un collettivo, fa catenaccio, si difende anche con undici giocatori, però ha elementi veloci nel ribaltamento dell’azione e ha prestanza fisica: in area di rigore rossonera, massima attenzione e marcature strette».

IN POSSESSO PALLA – «Come ho detto: squadra corta, pallone rasoterra, passaggi veloci e, possibilmente, in verticale. I giocatori devono sempre avere almeno due o tre soluzioni: se Giroud viene incontro, ad esempio, Leao deve buttarsi nello spazio e un altro deve affiancare il portatore per un eventuale cambio di gioco. Il movimento senza palla, nel calcio di oggi, è fondamenta- le. Guai a chi sta fermo ad aspettare il “passaggino” sui piedi: gli avversari sono già posizionati, ti mangiano.»

CROSS O INCURSIONI CENTRALI – «I cross vanno bene, perché c’è Giroud là in mezzo. Però i centrali della Roma sono alti e non fanno complimenti. Cercherei di variare le azioni, e il Milan ne ha le possibilità. Un uno-due al limite dell’area, tra il trequartista e il centravanti, ad esempio, è spesso un grimaldello per aprire le difese».

SPINGERE A DESTRA O SINISTRA – «Il Milan a sinistra ha una coppia formidabile: Theo Hernandez e Leao, se in giornata, sono fenomenali. Ma tutta la squadra deve mostrarsi compatta e lavorare per arrivare velocemente alla conclusione. Il possesso dev’essere rapido, non orizzontale. E per fare ciò è necessario che i rossoneri si muovano negli spazi, tutti e undici, perché in Italia ci sono pochissime squadre che si muovono simultaneamente in undici. Tocchi veloci, rasoterra, attacchi nelle zone sguarnite così da costringere gli avversari a spostarsi dalle loro posizioni.»

SCUDETTO – «L’importante è che il Milan abbia sempre più fiducia in se stesso e creda in ciò che sta facendo. La strada verso il successo è chiara: diventare un collettivo, tutti uniti da un filo invisibile che è il gioco»

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