2015

“Milan solo cuore”: per il gioco attendere prego

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Si è detto e ridetto in settimana: contro il Sassuolo, così come mercoledì prossimo con il Chievo, contavano e contano solo i tre punti. Al cospetto degli emiliani Il Milan risolve poco sul piano dell’evoluzione della manovra, tanto che per la prima mezz’ora un San Siro sfiduciato e in assetto da contestazione può osservare nulla più che la consueta trama soporifera di passaggi orizzontali già ammirata nelle precedenti sfide, non proprio consona al livello di ambizione dei rossoneri, e rotta al 30‘ di gioco da un taglio verticale del redivivo Alessio Cerci, e dall’inserimento coi tempi giusti di un Carlos Bacca che ha già deciso voler fare le veci del Menez della scorsa tormentata stagione. Il colombiano è abile e astuto nel procurare l’espulsione di Consigli sull’uscita e a trasformare il penalty concesso, ma è da lì in poi che i tifosi del Diavolo si attendono una squadra con il piglio di chi voglia ammazzare l’avversario malconcio, e invece sembra abbia il terrore di chiudere la pratica. Morale, è il solito Berardi, 8 reti in carriera al Milan (a 21 anni!), a riequilibrare le sorti dell’incontro. Stavolta però, non si sa per quale mistero della psiche, la banda del serbo recepisce il segnale di pericolo e finalmente ritorna ad essere propositiva, e quando attacchi a pieno organico, per giunta con il beneficio della superiorità numerica, prima o poi il pertugio lo trovi. A centrocampo però manca ancora vistosamente la fluidità necessaria ad esibire quel bel gioco proclamato dal presidente.

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