2014
Milan Story, 15/2/2012: quando i Cannoni cessarono di sparare
Data di una delle più esaltanti serate contenute nel folto album ricordi del Diavolo nella sua ultracentenaria storia di successi extranazionali: un Milan-Arsenal di Champions dal verdetto umiliante per i supporters del club londinese e gli stessi giocatori, una sfida al termine della quale il tabellino parlerà di un roboante 4-0 per i padroni di casa, risultato semplicemente impronosticabile alla vigilia, in virtù dell’alto blasone degli inglesi nelle competizioni continentali, nonchè del perfetto equilibrio nei quattro precedenti fra le due interessate. Nelle individualità del gruppo guidato dal tecnico Massimiliano Allegri sono da ricercare i fattori che contribuirono a un esito di queste proporzioni. Dell’undici rossonero sceso in campo in quel magico ottavo di finale del torneo infatti facevano parte i reduci del tricolore dell’annata precedente, campioni del calibro di Ibrahimovic, Boateng, Van Bommel, Seedorf e Thiago Silva. Il resto l’avrebbe fatto la consueta cornice degli oltre 70 000 spettatori assiepati nelle tribune di San Siro, storicamente una garanzia di tifo e incitamento in occasioni come queste per il Milan. Dal canto loro i Gunners vivevano in quel periodo una fase di parziale rifondazione dell’organico, per cui all’esperienza di Robin Van Persie, il manager della squadra Arsene Wenger affiancò, tra gli altri, i prospetti interessanti di Gibbs e Ramsey, pur senza ancora possedere l’adeguata controprova di un test che confermasse la loro consistenza europea: le speranze di chi credeva nel loro talento vennero disattese per la maggiore esperienza e l’esuberanza tecnica di campioni indubbiamente più abituati a stare a questo livello di palcoscenici.
Per assurdo l’avvio di gara non parve sorridere ai rossoneri. Già dopo pochi minuti abbandonavano il terreno di gioco quattro Champions League in un colpo solo, se è vero che Clarence Seedorf usciva per problemi fisici, offrendo così le luci della ribalta al connazionale Urby Emanuelson. La partita venne però messa subito in discesa da Boateng, che dal lato corto dell’area lasciò partire un destro al fulmicotone di controbalzo su assist di Nocerino, nella sua stagione più prolifica e irripetibile; a fine tempo Robinho raddoppiava inserendosi in area e deviando sul secondo palo il cross dalla sinistra di un ispirato Ibra. Al termine della prima metà di gara era 2-0 e partita in ghiaccio. Nella ripresa Robinho innescato ancora da Zlatan, ma grazie soprattutto alla complicità di uno scivolone difensivo, siglò la doppietta personale, mentre nei minuti conclusivi proprio lo svedese rendeva più rotondo il risultato su rigore, a coronamento di una prestazione sublime.
Capolavori di ieri, ma che rimangono nei cuori rossoneri ancora oggi, dopo solo qualche giorno che il Daily Mail, impressionato dalle sette scoppole rimediate dalla Roma nel terzo turno della fase a gironi della Champions per mano del Bayern, ha deciso di stilare una classifica dei 10 risultati più eclatanti di sempre del torneo. E’ inserito nella top 10 proprio quest’incontro epocale, ma anche un altro 4-0, il famoso Milan-Barcellona della finale di Atene ’94. Ma questa è un’altra storia.