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Milan-Torino: i movimenti di Theo e Calabria dietro il successo dei rossoneri – TATTICA
Un Milan Torino senza troppa storia ha segnato il pronto riscatto dei rossoneri, trascinati alla vittoria dai movimenti imprevedibili di Theo Hernandez e Calabria
Il Milan reagisce prontamente alla sconfitta contro la Juve battendo facilmente il Torino in una gara di grande maturità. Nonostante le molte assenze e una rosa rimaneggiata, i rossoneri hanno gestito molto bene il match: hanno approcciato la partita con grande intensità, chiudendo la prima frazione con un doppio vantaggio. Nella ripresa, il Milan ha poi abbassato i ritmi, lasciando il pallino del gioco in mano ai granata (57% di possesso palla nei secondi 45′), rischiando però poco o nulla. Appena 0.27 Expected Goals nel secondo tempo per il Toro, con i padroni di casa che hanno reso sterile il palleggio rivale.
Già nei primi minuti si sono visti con chiarezza i due diversi stili delle due squadre. Il Milan applicava un pressing alto e feroce, che impediva ai granata di consolidare il possesso e risalire: come avevamo già visto contro la Juve, i rossoneri mantengono i medesimi principi anche quando ci sono tante assenze, non si snaturano. I padroni di casa hanno recuperato tanti palloni in avanti, grazie a un baricentro alto caratterizzato da tanta aggressività. Belotti – costantemente seguito da un ottimo Kjaer – era costretto ad arretrare molto la propria posizione.
Il più grande merito del Milan è però stato quello di creare tanti varchi contro un Toro che, a differenza dei rossoneri, si difendeva in modo più attendista. Pioli, nella sua carriera, si è sempre distinto per squadre frenetiche e verticali, molto incisive quando attaccano in transizione ma in affanno quando devono fronteggiare una difesa schierata. Questo Milan, invece, sa fare bene anche quando deve crearsi gli spazi contro un avversario più accorto, un qualcosa che si è visto con chiarezza nel match contro il Torino.
Nel 4-2-3-1 di Pioli, è stato decisivo il contributo di Theo Hernandez e Calabria. I due terzini non si limitavano semplicemente a sovrapporsi in fascia e ad accompagnare l’azione offensiva. Davano tanta fluidità alla rifinitura, capitava spesso che entrassero dentro al campo facendosi trovare in una posizione da mezzala/trequartista.
Grazie a queste rotazioni, il Milan occupava in modo dinamico la trequarti avversaria, contro un Toro che si faceva perforare spesso tra le linee.
L’azione del gol, che nasce proprio da una conduzione interna di Theo Hernandez. Il francese riceve in fascia e poi corre dentro al campo. Le progressioni del francese sono letali sia in fascia che tra le linee. Da notare anche la posizione avanzata di Kessié, che si sganciava spesso in avanti.
Queste rotazioni avvenivano soprattutto sul lato sinistro, dove Theo Hernandez dimostra un’ottima intesa con Hauge. L’ala norvegese rimaneva spesso aperta, liberando il campo per la sovrapposizione interna dell’ex Real Madrid. Tant’è che in alcune situazioni Theo pare quasi una punta aggiunta, visto che occupa il centro dell’attacco. Smarcamenti molto importanti nel dare fluidità alla propria squadra.
Un esempio qui.
Oltre ai terzini, sono stati importanti anche i movimenti di Brahim Diaz (che agiva alle spalle di Leao) e Kessié. Se Tonali rimaneva più bloccato, al contrario l’ex Atalanta si sganciava di più in avanti, riempiendo bene la trequarti avversaria. Tant’è che anche nelle slide sopra lo vediamo in una posizione piuttosto avanzata, si buttava spesso dentro. In tal modo, il Milan riesce sempre a riempire la zona di rifinitura con tanti uomini. Con le ali invece spesso larghe, Brahim Diaz giostrava bene tra le linee: oltre ad essersi procurato il rigore, ha anche effettuato l’assist per il gol di Leao.
Qui, per esempio, Kessié si inserisce molto bene alle spalle di Rodriguez. L’ex Atalanta si è mosso benissimo.
Il rientro di Ibrahimovic nel finale chiude nel migliore dei modi una gara estremante positiva, in cui il Milan ha mostrato tutte le sue qualità tecniche e mentali, approcciando e interpretando bene la partita. Una reazione di grande livello dopo la sconfitta contro la Juve, che fotografa la maturità raggiunta da una squadra anagraficamente molto giovane. Anche questo è un segnale importante del gran lavoro fatto da Pioli.